21 febbraio 2020: a Codogno viene individuato il primo caso di Covid. L’epidemia di Coronavirus scoppiata a Wuhan e arrivata in Italia nella ‘narrazione’ giornalistica e televisiva quasi di ‘malattia razziale’ (che ha anche svelato il razzismo di molti) era destinata a cambiare la vita di tutti e a colpire mortalmente milioni di persone nel mondo. E’ passato un anno da quella diagnosi: un anno passato incredibilmente veloce e impensabilmente lento, difficile per tutti, impossibile per molti, insopportabile per altri. Sembra incredibile, ma nonostante le migliaia di casi, le ondate, le terapie intensive piene, la retorica degli eroi in trincea, le cantate sui balconi durante l’inimaginabile lockdown della scorsa primavera, siamo ancora incapaci di gestirci e di rispettare le più basilari regole anti-contagio, dal lavarsi spesso le mani a indossare sempre la mascherina, passando per la distanza da rispettare (almeno 1 mt, ma di più non fa male).
Nel frattempo, però, è iniziata la campagna vaccinale, un risultato inatteso a distanza di soli 12 mesi, ma siamo ben lontani dal guado: nonostante questo, un po’ tutte le reti generaliste hanno deciso di ‘celebrare’ questo primo anniversario di Covid-19 in Italia. Per lo più di tratta di approfondimenti per ripercorrere quest’anno, come se qualcuno di noi abbia potuto dimenticare cosa è successo, come se servisse a far cambiare idea a chi pensa che sia tutto un complotto, come se fossimo a una svolta, come se tutto fosse finito, talmente alle spalle da meritare una ricostruzione. Ma ci siamo ancora nel pieno della Pandemia e questi anniversari – così come i tanti approfondimenti, docufilm, docureality dedicati ai mesi del lockdown – sembrano solo una ‘strategia di marketing’ che non è detto porti ascolti e incroci i desiderata del pubblico televisivo, fiaccato da un anno di sofferenze.
Ma tant’è. La tv non rinuncia agli anniversari e quindi spazio a programmi speciali, documentari, approfondimenti sulle principali reti generaliste. Una parte è andata in onda sabato 20, in occasione della prima Giornata Nazionale dei Camici Bianchi, istituita per ricordare il sacrificio del personale sanitario morto sul ‘fronte’ del Covid.
Su Rai 1 ci pensa Speciale Tg1 che stasera, domenica 21 febbraio alle 23.50, ripercorre i momenti più importanti dall’inizio della pandemia ad oggi, ricercati e selezionati tra i materiale di Speciale Tg1, Tv7 e servizi del Tg da Giorgia Cardinaletti. Spazio anche nella puntata domenicale di Che Tempo Che Fa, che tra gli ospiti il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori, Luca Lorini, Direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione 2 e Direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza e Area critica dell’ospedale Papa San Giovanni XXIII di Bergamo e Nicola Normanno, Direttore del Dipartimento di Ricerca Traslazionale presso l’Istituto Tumori Pascale (IRCCS) di Napoli. Non risulta esserci il consueto appuntamento con il prof. Burioni.
Tra chi ha raccontato con più crudezza l’emergenza Covid c’è senza dubbio Piazza Pulita su cui si appoggia La7 per ricordare questo primo anniversario: a partire dalle 14.00 vanno in onda due speciali del programma di Corrado Formigli, da “Corpo a Corpo”, che si concentra dall’inizio del contagio all’estate, quindi alla “Ricaduta” sulla seconda ondata, con i contributi di Selvaggia Lucarelli e Filippo Santelli.
Sky Tg24 propone il documentario Mai più come prima, in onda a rotazione dal 19 febbraio, incentrato su otto luoghi e otto storie simboliche, che ricostruiscono da diversi punti di vista cosa è cambiato in questi 365 giorni. Tra le testimonianze quelle di Raffaele Bruno, l’infettivologo che ha curato il primo paziente affetto da Covid del mondo occidentale, Christian Greco, Direttore del Museo Egizio di Torino, Alessandro Pasqualotto, ristoratore a Milano, Luca Mezzaroma, docente al Liceo Scientifico Kennedy di Roma e l’architetto Leonardo Cavalli, per raccontare come diversi settori hanno dovuto affrontare la Pandemia. Non mancano anche personaggi noti del mondo dello sport e dello spettacolo, da Carla Fracci che porta sullo schermo le difficoltà del teatro a Carolina Crescentini, passando per Beppe Bergomi, tra calcio e televisione.
Particolarmente interessante la proposta di RadioLive che da lunedì 22 a sabato 27 febbraio – alle 8 e alle 13 – trasmette “Ovunque proteggi”, il racconto di Domenico Marocchi che ha vissuto i primi tre mesi della pandemia, quelli più atroci, da inviato nelle zone più colpite dalla prima ondata. Marocchi ha deciso di ricostruire il suo viaggio e di omaggiare il personale medico sanitario incontrato nel suo percorso. Le voci di “Ovunque Proteggi” sono tratte da Agorà, Oggi è un altro giorno, La Vita in Diretta Estate” Rai1: il programma si può ascoltare al link www.radiolive.rai.it o su RaiPlay Radio.
E domani si continua, con le pagine dedicate dei principali programmi di infotainment del daytime feriale, oltre che con una puntata dedicata di PresaDiretta, in onda su Rai 3 alle 21.20, per fare il punto sul virus Sars-Cov-2 a un anno esatto dal primo contagiato italiano e per ripercorrere la lotta del SSN, oltre che affrontare i ritardi e le difficoltà della campagna vaccinale. La puntata ‘speciale’, dal titolo, L’onda lunga dell’epidemia è un racconto di Riccardo Iacona con Daniela Cipolloni, Francesca Nava, Eleonora Tundo, Elisabetta Camilleri, Raffaele Manco, Fabrizio Lazzaretti.
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