Buchi e imprecisioni che per forza di cose non possono essere corrette in corsa. Otto e mezzo registra i suoi appuntamenti quotidiani e, puntualmente, finisce con lo scivolare su gigantesche bucce di banana. L’ultima in ordine di tempo si è palesata lunedì sera quando, in occasione dell’intervista a Rocco Casalino, Andrea Scanzi si è lanciato in un’analisi critica sulla composizione del nuovo governo Draghi, concentrandosi sul neo ministro della Pubblica Amministrazione: “Renato Brunetta in queste ore ha fatto arrabbiare tutta la pubblica amministrazione perché ha detto che quelli che lavorano nei settori statali devono tornare al lavoro e non bisogna più fare smart working”.
Una notizia che aveva effettivamente riempito le agenzie nel tardo pomeriggio dopo la pubblicazione di un articolo-intervista da parte del Corriere.it. Da almeno mezzora però si era appreso che si trattava di vecchie dichiarazioni risalenti al giugno 2020, quando il covid non rappresentava più un’emergenza e, soprattutto, Brunetta ricopriva il ruolo di semplice deputato di Forza Italia.
Lo stesso Brunetta alle 20.35, prima che cominciasse Otto e mezzo, aveva pubblicato un tweet di smentita: “Sul Corriere online è stata pubblicata inspiegabilmente una mia intervista dello scorso 22 giugno. Come doveroso riserbo, e in attesa del discorso programmatico alle Camere del presidente Draghi, io non ho rilasciato alcuna intervista. Sono sconcertato e dispiaciuto”.
Quasi contemporaneamente arrivava la rettifica del Corriere:
“Per un disguido e un nostro errore di cui ci scusiamo con il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta e con i lettori, è andato online un articolo su una vecchia intervista dell’allora deputato Brunetta che riguardava un contesto completamente diverso in cui si pensava di poter tornare alla normalità”.
Scanzi ha quindi rilanciato una polemica che era già stata archiviata. Non per colpa sua, ma per via di una moda – quella del preconfezionamento – che al giorno d’oggi un programma di access prime time che punta a commentare l’attualità non può più cavalcare.
Tra pandemia, crisi di governo e dibattito politico incandescente, le notizie corrono veloci. E così era accaduto pure la settimana passata con il video dell’addio di Alessandro Di Battista ai Cinque Stelle ignorato dalla Gruber e i suoi ospiti. Ma se si volesse essere spietati si potrebbero rispolverare le mancate comunicazioni sull’attentato a Strasburgo del 2018 (che costò la vita ad Antonio Megalizzi) o sull’incendio che devastò la cattedrale di Notre Dame.
Tanti, troppi inciampi, aggravati da una Rete4 che con Stasera Italia si mostra al contrario costantemente accesa.
Considerato il titolo della trasmissione, forse sarebbe il caso di cominciare a farsi trovare davvero in studio…alle otto e mezzo.