Il miracolo televisivo di Draghi: quattro imitazioni in appena una settimana
A una settimana dall’incarico Draghi colleziona già quattro imitazioni. La sua voce fino a poco tempo fa era ignota ai più
Mario Draghi fa miracoli. L’uomo della provvidenza, l’unico capace a mettere in piedi un governo con dentro Pd e Lega. Ma anche l’unico a godere di ben quattro imitazioni televisive in appena una settimana.
Incaricato da Sergio Mattarella martedì scorso, Draghi ha accettato il mandato il mattino seguente confermando la decisione nel corso di una brevissima conferenza stampa al Quirinale. Pochi minuti, utili agli italiani per conoscere la voce del futuro premier, fino a quel momento nota solo agli addetti ai lavori.
E’ il destino dei cosiddetti ‘tecnici’, proiettati all’improvviso in un universo ignoto, dove politici sono dalla mattina alla sera in una televisione zeppa di talk.
Draghi fino al 3 febbraio era un “alieno”, nel senso positivo del termine. E per essere umanizzato dai media ci si è dovuti fiondare negli archivi, pescando tra i suoi interventi più celebri, a partire da quel “Whatever it takes” sancito nel luglio del 2012 dall’allora capo della Bce.
Voce monocorde, quasi meccanica, imitarlo in breve tempo era difficile, quasi impossibile. Il primissimo a riuscirci è stato manco a dirlo Maurizio Crozza, che per non essere bruciato sul tempo (Fratelli di Crozza tornerà il 19 febbraio) ha inserito Draghi nel promo della trasmissione. Somiglianza fisica quasi nulla e voce più simile a quella del compianto Sergio Marchionne, eppure Crozza diverte ugualmente premendo l’acceleratore sui dettagli, caricati all’estremo. Ecco quindi il premier incaricato che si accorge quasi subito di essere passato da Angela Merkel, Christine Lagarde e Ursula Von Der Leyen a Vito Crimi, Salvini, Matteo Salvini e Nicola Zingaretti. “Grazie presidente Mattarella”, dice Draghi con espressione contrita.
A lavorare maggiormente sul trucco sono invece quelli di Striscia la Notizia -con l’immancabile Dario Ballantini – e di Di Martedì. Qui Neri Marcorè ha avuto tempo per prepararsi e mettere in piedi uno sketch in solitaria incentrato su una finta partita a Monopoli: “Fratelli, siamo tutti sulla stessa ba..nca”, afferma Draghi mentre legge le cartelle degli imprevisti: “La Meloni si incatena davanti a Montecitorio se non si va al voto, Salvini cambia idea ma non si ricorda qual è”. E così via.
Ma la medaglia d’oro, al momento, spetta di diritto ad Andrea Perroni, abile nel cogliere il vero tic del Professore, ossia la pronuncia ‘strascicata’ di determinate parole. “Un po’ conte Max”, scherza Perroni, che a Tv Talk non ha avuto bisogno di cambiare i propri connotati per strappare una risata collettiva.