È passato un anno ma sembra un secolo: nella tarda serata del 7 febbraio 2020 (quando un giorno, vista l’ora, stava ormai finendo e un nuovo giorno stava ormai iniziando, semicit) Bugo e Morgan arrivano sul palco dell’Ariston per l’esibizione della quarta serata, ma da quel momento in poi nulla sarebbe più stato lo stesso. Dopo giorni di tensioni consumate a porte chiuse, tra prove fiume, polemiche, orchestrali furiosi, direttori esausti e un Morgan irrefrenabile per richieste e accuse, la penultima serata di Sanremo 2020 offre un fuori programma da Teche Rai. Morgan inizia a cantare Sincero, la canzone scritta dall’ormai ex amico Bugo, ma ne stravolge il testo, che diventa così un atto d’accusa verso il suo compagno d’avventura. Una mossa che costa loro la squalifica immediata. Bugo non ci sta e lascia il palco attraversando una tendina di stagnola che ancora oggi grida vendetta, mentre le telecamere di Vicario immortalano un bel tecnico decretandone la fortuna televisiva: quel giovanotto risponde al nome di Gilles Rocca e pochi mesi dopo vincerà Ballando con le Stelle (prima di partire per l’Isola dei Famosi).
La lite di Bugo e Morgan a Sanremo 2020 ha segnato un momento indimenticabile della storia del Festival (e potete rivederlo su Youtube). Morgan che si guarda (falsamente) stupito intorno domandandosi “Che succede?”, “Dov’è Bugo?” è diventato un meme tra i più virali del nostro web e quella scena ha rinvigorito una serata che stava consumandosi asfittica da ore, ridando così colore ed entusiasmo al pubblico a casa e agli addetti ai lavori sfatti in sala stampa. Un po’ meno ai discografici e agli uffici stampa della coppia che hanno visto cambiare radicalmente tutto il proprio Sanremo.
Niente è più stato lo stesso: Bugo e Morgan hanno oscurato Amadeus, Fiorello, il caso Fiore – Ferro, Sanremo stesso, fagocitando un Festival che ha fatto fatica a offrire uno spettacolo televisivo coerente e appassionante, e hanno divertito più di qualsiasi reunion, siparietto o duetto concepito nella settimana festivaliera da decenni a questa parte. E ancor meglio è stato il dietro le quinte raccontato a fine Festival dal doc che ha riassunto un Sanremo per molti versi indimenticabile.
Ma il ‘valore’ di quella scena nell’immaginario collettivo è, se possibile, persino cresciuto quando il 2020 ha assunto le forme di un film distopico. E quella scena è diventata l’emblema di un’altra vita, di un mondo diverso, di un’epoca che oggi ci sembra lontanissima, anzi che sembrava lontanissima già ad aprile, immersi in un lockdown che ha cambiato le nostre vite. Un anno che sembra una vita. Dodici mesi dopo non c’è nessun appuntamento all’Ariston, anzi non c’è proprio nessuno all’Ariston: né Bugo, né Morgan, né il Festival, che però cercherà di essere comunque una festa slittando di un mese dal consueto appuntamento di febbraio e dando appuntamento, tra mille polemiche, dal 2 al 6 marzo prossimo.
Nonostante la pandemia, nonostante la crisi, nonostante tutto quello che è successo da febbraio 2020 a oggi, la saga Bugo – Morgan (anzi Morgan – Bugo) non è finita quella sera a Sanremo, ma continua e ha ancora come teatro l’Ariston. Amadeus ha infatti ‘risarcito’ Bugo inserendolo nella rosa dei 26 Big del 71esimo Festival, scatenando le ire di Morgan, che pure era stato reclutato dal direttore artistico per la giuria tecnica di Ama Sanremo, le selezioni delle Nuove Proposte. Ne è seguito uno scambio al vetriolo che ha visto Amadeus ‘squalificare’ Morgan anche dal ruolo di giudice. E così adesso si attende marzo per chiudere – si spera – il cerchio di un momento entrato nella storia del Festival e della televisione. E anche nell’immaginario collettivo di una generazione in guerra…