Brooklyn Nine-Nine scala la Top Ten di Netflix in Italia e segna la rivincita della comicità pura
La comedy poliziesca Brooklyn Nine-Nine scala a sorpresa la Top Ten di Netflix, una serie di qualità, intelligente e divertente e da non perdere
Il grido “Nine-Nine” impazza su Netflix. L’arrivo della sesta stagione di Brooklyn Nine-Nine ha fatto schizzare la divertente comedy poliziesca nella Top Ten di Netflix tra titoli pubblicizzati come Bridgerton, SanPa o Cobra Kai. Un po’ a sorpresa, verrebbe da dire visto che le serie tv comiche hanno sempre un po’ di difficoltà di collocazione e di impatto nel nostro paese, ma sicuramente l’interesse e l’entusiasmo sono meritati.
Al centro di Brooklyn Nine-Nine c’è uno sconclusionato distretto di polizia in cui nella prima puntata della prima stagione arriva un nuovo capitano Raymond Holt interpretato da Andre Braugher che condizionerà la vita dei suoi detective con la propria inflessibile integrità, costruita nel tempo quando era uno dei pochi detective afroamericani e gay della polizia di New York. Anima del distretto è Jake Peralta ruolo che ha consacrato Andy Samberg facendogli vincere anche un Golden Globe come miglior attore. Affetto dalla più classica delle sindromi da Peter Pan, Jake è un simpatico bambinone mai cresciuto ma che grazie ai consigli del capitano, dei suoi colleghi e all’amore di Amy, troverà un proprio posto nel mondo.
La serie è creata da Mike Schur e Dan Goor che già avevano lavorato insieme in Parks and Recreation, con il primo proveniente dal mondo di The Office e pur con le dovute differenze del caso, non mancano i riferimenti proprio a questa serie sia nella costruzione dei personaggi che nelle dinamiche dello sviluppo della storia. In entrambi i casi troviamo un ufficio open space, la sala riunione, gli uffici separati per alcuni personaggi, la divisione delle storie di puntata tra sotto-gruppi, la storia d’amore prima accennata e poi sviluppata.
Sei stagioni ma sempre il solito Brooklyn Nine-Nine
La sesta stagione di Brooklyn Nine-Nine, appena aggiunta su Netflix, è la prima della seconda vita della serie tv. Infatti alla fine della quinta stagione il canale americano Fox decise di cancellare la serie sia per ascolti non proprio esaltanti ma anche in considerazione del fatto che la serie essendo prodotta da Universal non consentiva alla rete di guadagnare dalle trasmissioni su altre piattaforme e dalla distribuzione internazionale. Dopo la cancellazione Universal ha deciso di salvare la serie ricollocandola su NBC, dando nuova vita ai poliziotti di Brooklyn.
Infatti la settima stagione è già andata in onda nel 2020 e l’ottava stagione è in fase di produzione, rallentata dalla pandemia ma anche dalla volontà della produzione di trovare il giusto equilibrio per far ridere della polizia in un periodo in cui le forze dell’ordine sono nell’occhio del ciclone negli USA travolte da accuse di razzismo e di uso eccessivo della forza. La sesta stagione è anche l’ultima in cui è presente Gina Linetti, il personaggio interpretato da Chelsea Peretti, l’assurda, surreale, stralunata e iconica assistente amministrativa del distretto. La più squilibrata di tutti ma anche l’unica capace di bilanciare tutti.
E per capire un po’ della comicità della serie è tutto da godere questo momento in cui Jake Peralta fa cantare ai sospettati I Want it that Way dei Backstreet per far identificare il colpevole a una testimone.
La forza della vecchia tradizione
Brooklyn Nine-Nine si insinua nella tradizione consolidata delle comedy da generalista americane, composte da tanti episodi e con alcuni momenti fissi che tornano stagione dopo stagione, episodi tematici legati al periodo dell’anno e che servono per far entrare i personaggi della tv nelle case degli spettatori come membri della famiglia. Tutto questo aspetto naturalmente si perde nella formula delle piattaforme in cui gli episodi sono tutti disponibili e nel giro di pochi giorni tutto è concluso. La sua presenza in Top Ten di Netflix è un po’ il riscatto di una comicità spesso sottovalutata, bollata come superata, “vecchia”, oggi che è tutto così rapido, da pochi episodi e poche stagioni.
Però è impossibile non affezionarsi agli improbabili detective Scully e Hitchcock la cui unica maestria è nel trovare il cibo migliore da mangiare, alla forza del tenente Jeffords, alla scorza dura di Rosa Diaz che nel corso delle stagioni esplorerà la propria sessualità mostrando l’attenzione della serie ai temi come diversità, inclusione e dei diritti di tutti. Al tempo stesso è facile apprezzare l’importanza di personaggi ricorrenti come Doug Judy, un criminale, amico di Jake, interpretato da Craig Robinson che arriva, guarda caso, proprio da The Office.
Soprattutto però a rendere unico Brooklyn Nine-Nine sono i momenti di sfide e gare che si ripetono tra le diverse stagioni, in particolare il colpo di Halloween in cui i personaggi dimenticano i casi da risolvere i loro obblighi da poliziotti per sfidarsi per la conquista di un prezioso trofeo: essere il migliore del distretto. Inganni, trappole, sosia tutto è lecito in questa imperdibile gara che nella sesta e settima stagione a causa di puntate non trasmesse a Halloween, si è trasformata prima in una sfida nel Cinco de Mayo e nel 2020 (ancora inedita in Italia) la sfida si è svolta tra Halloween, San Valentino e Pasqua.