Sorprende e genera del legittimo disorientamento l’uscita di Piero Chiambretti durante l’ultima puntata di Tiki Taka. Lunedì l’apertura di trasmissione è stata tutta dedicata alla scomparsa di Diego Armando Maradona. Tra gesta, gol, trionfi e cadute, il dibattito si è ben presto spostato sulle cause della sua morte, con tanto di polemiche postume.
Il padrone di casa, che ha anche mostrato un video inedito del 1998 che lo ritraeva assieme al Pibe de Oro per uno spot, a un certo punto ha fatto riferimento al deprecabile gesto dell’uomo che si è fatto fotografare di fianco alla salma del campione argentino. Chiambretti però, oltre a condannare l’episodio, è andato oltre. Forse troppo. “Già lo saprete, ma io ho visto su un cellulare le fotografie di una di quelle due bestie che hanno fatto la foto vicino alla salma di Maradona. Io non so se la notizia sia stata già divulgata, ma uno dei due, quello grosso e pelato, è stato prima preso dalla polizia e poi maciullato. Ho visto foto che non vi farò vedere ovviamente per motivi di delicatezza. Questo signore è irriconoscibile ed è morto”.
Un annuncio accolto dallo stupore dello studio e da un “no, non ci credo” sussurrato da Ivan Zazzaroni. Sì, perché a Tiki Taka partecipano costantemente due direttori di testate sportive – Xavier Jacobelli di Tuttosport e lo stesso Zazzaroni del Corriere dello Sport – oltre al vicedirettore della Gazzetta, Andrea Di Caro. Nessuno di loro, pertanto, ha confermato la notizia, nonostante Chiambretti rincarasse di lì a poco la dose:
“Era dentro un cassonetto dell’immondizia. Ho visto delle foto, se sono vere presto le vedrete sui giornali, magari già da domani. Il sequel della Maradona story continua con incidenti, critiche, elogi, beatificazioni e anche con dei morti”.
Sbirciando sul web ci si è quindi accorti che la rivelazione choc di Chiambretti era stata etichettata come bufala già da tre giorni. Il 27 novembre, infatti, Open parlava di “morte falsa, ma di minacce vere”, mentre Bufale.net confermava che il cadavere nel cassonetto “era stato ritrovato nel marzo 2020”.
Lecito domandarsi come mai il conduttore, che per sua ammissione aveva visionato il video sul cellulare del presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, non si sia affidato ai giornalisti accanto a lui e alla redazione sportiva per un consulto in tempo reale.