La polemica è nata, tanto per cambiare, sui social dopo la puntata di ieri sera di Non è l’Arena (durante la quale è andato in onda un vero e proprio spot a Le Iene). Nel corso della diretta del programma di Massimo Giletti, è stata mostrata una immagine modificata nella quale il Vesuvio sembra eruttare il coronavirus e che ad alcuni napoletani è risultata offensiva.
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, peraltro ospite (tanto per cambiare) della trasmissione domenicale di La7, l’ha definita “una immagine brutta, di certo sbagliata” anche se ha precisato di non averla notata in tempo reale in quanto “essendo in collegamento dal mio ufficio non guardavo la scenografia e non me ne ero accorto“. Il primo cittadino del capoluogo della Campania ha però difeso Non è l’Arena e Massimo Giletti, da settimane protagonista di una polemica a distanza con il governatore della Regione Vincenzo De Luca (a sua volta, da tempo, in rotta col sindaco di Napoli):
La trasmissione Non è stata affatto contro Napoli. Anzi si e’ documentato ieri come altre volte come la cattiva gestione politica della sanità regionale stia danneggiando i cittadini napoletani e gli operatori sanitari. Il disegno e’ quindi sgradevole ma contestualizzandolo con il tema in trasmissione, non ha nulla a che vedere con le campagne denigratorie nei confronti della citta’ che spesso siamo costretti a leggere, a vedere ed ascoltare.
Sulla questione è intervenuto lo stesso Giletti, attraverso gli account social della trasmissione, per chiarire l’accaduto:
L’idea di utilizzare il Vesuvio nascondeva l’intento di far capire che il virus è pericoloso come la lava e quindi chi gioca a tirare in ballo la storia del razzismo è fuori strada completamente. Purtroppo a volte anche le idee più ambiziose possono essere interpretate in modo diverso, e di questo non posso che scusarmi con chi ha voluto leggere ciò che non è. Credo che da circa un mese Non è l’Arena sta facendo un lavoro di inchiesta importante sulla criticità della Sanità in Campania e tutto questo non può essere oggetto di fraintendimenti che mi sembrano a volte strumentali e lontani dalla verità e forse servono a spostare il vero focus del problema su cui noi stiamo facendo la nostra inchiesta.
Parole che basteranno a placare l’indignazione social di alcuni napoletani?