Qual è la condizione dei rider in un periodo in cui le consegne a domicilio dominano su tutto il resto? Se lo è domandato Corrado Formigli che giovedì sera a Piazzapulita ne ha intervistato uno. Un confronto potente, istruttivo e capace di raffigurare alla perfezione le difficoltà di chi quotidianamente viene spedito da una parte all’altra della città, che è tuttavia scivolato sulla sua rappresentazione visiva.
Yftalem Parigi, 21enne di Firenze e studente di economia, è stato infatti accolto in studio con lo zaino delle consegne incollato alle spalle che gli permetteva a fatica di rimanere seduto sullo sgabello.
“È un lavoro dove non abbiamo niente: ferie, malattia, una paga degna. Durante la pandemia le paghe sono anche diminuite perché sono aumentate le persone disponibili a fare questo lavoro dal momento che non c’era altro. Quindi hanno deciso di pagare sempre di meno, perché dicevano‘tanto c’è chi accetterà queste condizioni’. Il nostro settore ha assunto un ruolo essenziale, ma a chi svolge l’attività non è stato riconosciuto niente”.
La sacca non è stata mai tolta e pure successivamente, quando Yftalem è stato fatto accomodare al tavolo, la musica non è cambiata. Fino a quando qualcuno, finalmente, non gli ha consentito di liberarsene.
Se l’intento era quello di rafforzare il messaggio dello sfruttamento, il risultato ottenuto è stato al contrario quello di una raffigurazione ‘caricaturale’ della categoria. Un po’ come se il muratore andasse in onda con cazzuola e fogli di giornale in testa, come se un idraulico si presentasse con le pinze, come se un vigile urbano raccontasse le sue difficoltà con un fischietto al collo.
Certo, in tv non mancano le rappresentazioni degli ‘eterni lavoratori’. Dagli chef e macellai in grembiule ai medici come Alberto Zangrillo, che gli spettatori non hanno mai ammirato in ‘borghese’. Ma si tratta di operazioni in esterna e ‘sul campo’ che, oltretutto, a Piazzapulita raramente hanno cavalcato. Almeno fino ad ora.