Salto lo streaming nazionale francese sfida Netflix, come se Rai e Mediaset lavorassero insieme a un’unica piattaforma…
France Television, TF1 e M6 si uniscono per dar vita a una piattaforma di streaming unica, Salto, e lanciare la sfida in Francia a Netflix, Disney, Amazon
La Francia laboratorio per il futuro dell’audiovisivo europeo. In queste ultime settimane stanno arrivando delle interessanti novità che potrebbero essere d’esempio anche per l’industria nazionale italiana del settore. Dopo l’annuncio di Netflix della creazione di un canale live francese, di cui vi avevamo parlato giorni fa, ecco che è pronto per il debutto Salto, la piattaforma di streaming a pagamento delle tv in chiaro e gratuite francesi.
La pubblica France Television, TF1 e M6 hanno deciso di unire i propri sforzi e dar vita a una piattaforma unica con abbonamento mensile da 6,99 € per far concorrenza diretta a Netflix che nel paese ha raggiunto 9 milioni di abbonati anche grazie al lockdown. Praticamente è come se Rai, Mediaset e La7 unissero gli sforzi per un’unica piattaforma a pagamento per veicolare i propri contenuti. Probabilmente è inimmaginabile o quasi nel nostro paese in cui si dividono i programmi si stiracchiano fino a notte inoltrata per racimolare un punto di share in più.
Non immaginiamo nemmeno la sollevazione popolare se la tv pubblica, sovvenzionata dal canone, accettasse di partecipare a una piattaforma a pagamento. Eppure a non troppa distanza da noi i dirigenti delle tv gratuite hanno iniziato a ragionare sul sistema televisivo rendendosi conto che una fetta del pubblico si è spostata altrove e che fare la concorrenza a Netflix, Amazon, Disney+, Apple Tv+ e alle pay tv Canal Plus e OCS con i programmi infarciti di pubblicità era impossibile.
L’idea è stata quindi quella di unire le forze e soprattutto i contenuti per fare concorrenza a queste piattaforme puntando anche sulla specificità locale che permette a Salto di rispettare a pieno la direttiva sull’Audiovisivo dell’Unione Europea e soprattutto l’obbligo di investire per avere il 25% dei contenuti di stampo francese.
L’abbonato a Salto potrà accedere ai contenuti in modalità catch-up (quindi subito dopo la messa in onda) dei 19 canali dei 3 gruppi con oltre 10000 ore di programmi “abbiamo praticamente tutti i principali show più visti in Fancia” ha spiegato a Variety Thomas Follin direttore generale di Salto, “film, serie, soap opera, reality, sport, documentari e programmi per bambini“.
Sulla piattaforma ci saranno le stagioni complete delle serie tv, gli episodi delle soap opera in anteprima e serie tv come Fargo e Manifest a 24 ore dalla messa in onda negli USA. Riportandolo all’Italia è come se un utente potesse vedere Il Paradiso delle Signore e Beautiful, Grande Fratello e le fiction di Rai 1 tutte in uno stesso posto, potendo anche puntare sull’acquisizione comune e in esclusiva di produzioni internazionali.
Follin spiega come ormai è sempre più evidente che lo streaming non è solo per giovani ma gli adulti “delle upper class e/o delle metropoli sono interessanti alle serie americane, vogliamo rivolgerci a tutti e per questo useremo l’algoritmo in maniera diversa. Per esempio proporremo contenuti per un determinato stato d’animo, per personalità o anche per segni zodiacali. Non vogliamo bombardare gli utenti di contenuti ma stuzzicare la loro curiosità“.
Sulla piattaforma ci saranno produzioni delle tre società e non solo, in anticipo rispetto alla loro trasmissione lineare. Di fatto con Salto le tv free francesi rendono esclusivi i loro contenuti, in qualche modo facendoli brillare rispetto a una normale messa in onda. Salto è anche co-produttore di Germinal una serie tv prodotta da Rai e France Television adattamento del romanzo d Emile Zola.
Salto è una scommessa che potrebbe funzionare e riportare a casa su una piattaforma nazionale quegli spettatori passati ai contenuti di altri operatori. Potrebbe riuscire a dar fastidio ai grandi colossi internazionali nell’acquisizione di diritti audiovisivi grazie alla forza del gruppo. Al tempo stesso però potrebbe fallire non riuscendo a convincere chi è abituato a vedere i contenuti in modo gratuito a pagare per averli. Nessuno può sapere come andrà a finire, ma almeno si nota un tentativo di diversificare l’offerta e di far fronte alla concorrenza.