La tv e la ‘sindrome Alberto Manzi’. Nei programmi è un’invasione di lavagne e gessetti
Sessant’anni dopo Manzi, la tv guarda al passato e riscopre il romanticismo dell’esposizione. Clerici, Bortone, Bruchi, Vecchioni. Passando per Il Collegio
Nell’epoca dei grafici, dei cartelli, della realtà aumentata e degli schermi touch screen, la televisione riscopre la cara e vecchia lavagna. E se c’è una lavagna, di conseguenza non può mancare il gessetto, in mano a conduttori ed ospiti che spiegano, illustrano, approfondiscono.
Sessant’anni dopo Alberto Manzi, la tv decide di guardare al passato, affidandosi a quel lato ‘romantico’ dell’esposizione che rende tutto più naturale ed empatico. Dallo svelamento della calligrafia, al disordine visivo, passando – qualche volta- per curiosi errori di ortografia.
Affezionatissima alla lavagna è certamente Serena Bortone. La giornalista la utilizzava ad Agorà e, con il ritorno dell’emergenza covid, l’ha riproposta a Oggi è un altro giorno per mostrare l’incremento giornaliero dei contagi. In compenso, Luisella Costamagna non ha portato avanti la pratica, limitandosi ad un’apparizione in occasione del primo giorno di scuola, con il leghista Claudio Durigon chiamato a lasciare una domanda (con scivolone annesso) per il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina.
Lavagna pure a Re-Start, nuovo talk notturno di Annalisa Bruchi in sostituzione di Povera Patria, che più volte ha presentato un identico scenario. Qui sono soprattutto gli economisti ad essere interpellati, tra cifre cerchiate e somme di vario genere.
Tra le new-entry spunta di diritto Le parole della settimana. Massimo Gramellini si affida a Roberto Vecchioni che da questa stagione, in apertura di puntata, va alla ricerca delle origini delle parole. Ottima mossa se di fronte hai un ex professore di latino e greco.
Ma se la lavagna è un oggetto pop, questo non può non finire nello studio della padrona di casa più popolare del piccolo schermo. A E’ sempre mezzogiorno, infatti, Antonella Clerici ha affidato i gessetti ad Alfio Bottaro, ex vicesindaco di Grondona divenuto in pochi giorni un volto amatissimo per i suoi detti popolari e la battuta sempre pronta.
E se proprio si vuole chiudere il cerchio, la lavagna fa ovviamente capolino all’interno del Collegio, quest’anno ambientato nel 1992. Un utilizzo obbligato, in virtù di un salto temporale previsto dal format. Che fa comunque numero.