Antonella Clerici apre la prima puntata di È sempre mezzogiorno con un piccolo, sentito, discorso. Un modo per salutare il pubblico del mezzogiorno, “la fascia che amo di più perché si mangia”
“Eccomi qua, Avevo preparato un sacco di discorsi, volevo dirvi tante cose ma mi sono dimenticata tutto. Non volevo emozionarmi ma mi sto emozionando. […] Voi mi conoscete bene, abbiamo condiviso tantissime cose insieme, belle, meno belle, e adesso torno nelle vostre case nell’ora del mezzogiorno e cercherò di farlo con spensieratezza, portando un po’ di leggerezza e anche di gentilezza… E cominciamo dall’inizio, dal bosco, da questa sigla…”.
Ha il sapore di un “Dove eravamo rimasti…” questa breve introduzione di Antonella Clerici, lanciata senza tappeti musicali, con un primo piano stretto e asciutto che lascia parlare le emozioni prima ancora che le parole. Un inizio ‘in sottrazione’, tutto concentrato sull’idea del ritorno e del ritrovarsi dopo tempo, dopo diverse peripezie, ma di un ritorno ‘a casa’, che è poi la parola chiave di questo ‘nuovo’ mezzogiorno di Rai 1. Una scelta, come dicevamo, visivamente minimal che si apprezza ancora di più quando le camere si aprono e mostrano quel mondo fatato che sembra più pensato DA Antonella che realizzato PER Antonella.
Prima dell’entusiasmo, prima della festa, prima della spensieratezza c’è una sorta di riflessione, perché in fondo – dopo le tante parole spese alla vigilia cui la stessa Clerici fa riferimento – non si poteva far finta di niente e iniziare come se nulla fosse un programma che non solo ha un valore simbolico, quello del ritorno di Antonella nella fascia di cui è stata regina per anni con e per la Rete, ma che vuole essere una cosa nuova nell’offerta di Rai 1. Se poi lo sia o riesca ad esserlo ci vorrà un po’ di tempo per capirlo. La prima di una striscia feriale, e stagionale, è sempre un numero zero e un modo per prendere le misure. E qui vanno prese.
Intanto potete rivedere la puntata su RaiPlay, in attesa della seconda.