Reazione a Catena, i Tre alla Seconda si raccontano: “Ecco il segreto del nostro successo”
Reazione a Catena, i Tre Alla Seconda si raccontano a Tvblog dopo il record di presenze stagionali: “Ecco il segreto del nostro successo”
“Siamo andati oltre ogni nostro pronostico. Era dalla dodicesima puntata che preparavamo il discorso di addio”, e invece, di puntate, ne hanno collezionate ventisei. Record di permanenza in un’unica edizione di Reazione a catena, I Tre alla Seconda sono stati i campioni più longevi in una sola estate della storia nel quiz, strappando il titolo ai Tre Forcellini. Sarà che il “tre” porta fortuna, ma quando una squadra in gara lo sceglie nel nome, il suo destino sembra già scritto. Francesco, Tommaso e Marco, i fratelli Bartoloni di Firenze, hanno tenuto compagnia al pubblico di Rai 1 nel mese di settembre, dimostrando grande preparazione, sintonia ed intraprendenza.
“Ci eravamo ripromessi di vedere Napoli, ma siamo rimasti fino all’ultimo giorno di registrazione e l’indomani avremmo avuto impegni. Tre settimane in città, senza mai visitarla”, hanno raccontato i tre fratelli a Tvblog, a cui hanno svelato il segreto delle loro vittorie e qualche dettaglio inedito sul programma e sulle loro vite personali.
Vi conosciamo come campioni, ma nella vita di tutti i giorni chi siete?
Francesco, il caposquadra: sono il fratello minore. Sono nato nel 1993, ho frequentato il liceo classico e poi ho studiato design industriale. Ho lavorato per due anni e mezzo come grafico in uno studio, ma la mia più grande passione è la televisione, un hobby che vorrei trasformare in lavoro. Il mondo della tv mi ha sempre affascinato da entrambi i lati della telecamera, anche se mi piacerebbe continuare a lavorare da dietro. Sono l’unico single del gruppo.
Tommaso, fratello di mezzo. Io sono nato nel 1990 e, dopo il diploma classico, ho tentato la strada universitaria, facoltà di Giurisprudenza. Ho interrotto gli studi per coltivare la mia passione più grande, quella della cucina. Mi sono iscritto a una scuola di cucina, ho lavorato per circa due anni in ristoranti per poi tornare alla scuola dove ha studiato, lavorando come insegnante per amatori, professionisti e turisti. Sono fidanzato con Agata e sono amante delle parole crociate e dell’enigmistica, hobby che aiutato me e il gruppo nel gioco. Finito il mio schema, si definivano insieme le parole che avevo trovato.
Marco, il fratello maggiore, classe 1986. Dopo gli studi classici, mi sono dato alla scienza, laureandomi in chimica farmaceutica. Poi il dottorato a Berna, dove ho vissuto per quattro anni. Rientrato in Italia, vivo a Firenze con il mio fidanzato Giovanni, conosciuto al liceo, e dal 2015 lavoro nel gruppo di marketing di un’azienda di diagnostica, che si occupa degli strumenti in uso negli ospedali. Nel tempo libero nuoto ed amo la natura.
A chi è venuta l’idea di partecipare?
Sin dalla prima edizione del 2017 è stata di Francesco, che seguiva già il programma. [Parla Francesco] Glielo domandai loro subito, ci iscrivemmo senza aspettative. Anche se non vincemmo, avevamo fatto una bella figura, a un pelo dallo sconfiggere i Tre di Denari. Ci era rimasta la voglia, così, quando la produzione ha dato la possibilità di tornare alle squadre che non avevano vinto, non ci abbiamo pensato un attimo ad inviare la domanda. Ed ecco I Tre Alla Seconda!
Come vi siete allenati in vista del rientro in gara?
In vista del ritorno ci siamo allenati moltissimo. Dai primi di maggio, quasi tutte le sere. Abbiamo visto tante puntate vecchie, guardate a volume zero ed allenandoci sulla velocità, senza mettere mai in pausa le Intese. La tecnologia ci ha dato una mano: abbiamo creato un database su un foglio di Excel con tutte le parole che ci venivano in mente giorno dopo giorno. Quest’anno lo abbiamo arricchito dividendole per categorie (mezzi di trasporto, sport, cibo…). Siamo arrivati a raccoglierne oltre 2500: ogni parola che leggevamo o qualcuno diceva, pensavamo di doverla definire. Con questo strumento siamo stati in grado anche di allenarci da soli.
Qualcuno sul web vi ha attaccato, complice il successo in trasmissione. Come avete gestito l’hating?
Dopo la decima puntata, parte sempre il filone della raccomandazione. Non lo prendiamo come un attacco personale, perché lo leggiamo sempre per tutti. Siamo riusciti a farcele scivolare addosso. Ci fa un po’ arrabbiare che venga messa in dubbio la correttezza del programma, che ha un notaio che monitora, e poi per certe puntualizzazioni sul regolamento. Un esempio per tutti: l’uso dei sinonimi all’Intesa, che è proibito fra parole con la stessa funzione logica. Non tutti lo afferrano.
Qualche sera fa i Tre alla Seconda si sono distinti per aver definito “famiglia” con l’aggettivo “omogenitoriale”. Raccontateci i retroscena!
In allenamento era uscita diverse volte la parola “famiglia”. Cercavamo una parola che univocamente la definisse: o “omogenitoriale”, o “Addams”. Tante volte in prova abbiamo scelto Addams, scartando l’altra opzione. [Parla Tommaso] Però per me le parole in inglese sono un po’ complesse da capire, con “omogenitoriale” sono andati sul sicuro. [Parla Francesco] Era nata come una necessità tecnica, però perché non toccare questo punto così sensibile nel dibattito pubblico, come le famiglie composte da persone dello stesso sesso, in questo modo sottile e rumoroso? Il responso mediatico non ci ha fatto pentire della scelta. Bene che se ne sia parlato e abbia fatto scalpore, anche se in un mondo ideale sarebbe bello che non lo facesse più.
L’aneddoto più curioso di questo mese in televisione?
Ce ne sono molti, ma il racconto del cameraman Costanzo ci è rimasto nel cuore. Un giorno ci ha chiesto quali fossero le nostre origini, noi gli abbiamo rivelato che la nostra nonna materna viene dalla Campania, da un piccolissimo paese in provincia di Benevento. Ironia della sorte, è lo stesso paesino da cui lui Costanzo parte per venire a lavorare ogni giorno, facendosi due ore e mezza di macchina! Lui conosce tutti i nostri parenti alla lontana e ci ha confessato che sul gruppo Facebook del paese tutti dicono ora di essere nostri parenti!
Infine, i fratelli Bartoloni hanno raccontato quali sono i loro piani per il futuro, con oltre 250.000 euro vinti in tasca. Francesco vorrebbe trasferirsi a Milano per inseguire i suoi sogni di creativo per la tv e trovare lavoro nell’ambito dell’audiovisivo; incentivo per la casa di Tommaso, rimasto pressoché fermo con il lavoro in estate; Marco vorrebbe cambiare lavoro e prendersi un anno sabbatico per rimettersi in sesto, viaggiare e riprendere la routine quotidiana più carico che mai.