Il tour di Che tempo che fa negli ultimi 3 anni è stato tutto fuorché una passeggiata. Già il passaggio su Rai 1, per quanto durevole, era stato abbastanza tortuoso fra mille polemiche, i famigerati e ventilati compensi in primis. Il salto su Rai 2 breve ma intenso soprattutto per l’annata stravolgente in cui è capitato. Rai 3 era rimasta orfana di un suo figlio nato 17 anni fa, oggi le faticate dei traslochi di porto in porto hanno lasciato lo spazio ad un sospiro di sollievo, la ritrovata terza rete è per Fazio come riabbracciare un parente cui non si è mai smesso di voler bene.
“Bentornati, bentrovati” esordisce sorridente il conduttore che si vuole concedere un minuto per rompere il ghiaccio e fare gli onori di casa:
Siamo tornati su Rai 3, siamo tornati dove eravamo partiti. Si possono dire tante cose, si potrebbero dire tante cose, ma mi va di dirne una sola: siamo contenti di essere tornati a casa e per questo voglio ringraziare il direttore di rete Franco di Mare e Rosanna Pastore (vice direttore, ndr) che a casa ci fanno sentire veramente. Grazie davvero.
Le prime parole di Fazio sono state accompagnate da un applauso fragoroso del pubblico che è tornato – benché contingentato – in studio a distanza di 7 mesi, Che tempo che fa infatti è stato il primo programma in assoluto (insieme a Live non è la d’Urso la stessa sera del 23 febbraio scorso) a subìre le misure di contenimento del virus e a dover fare a meno del pubblico in presenza.
Prevedibili le battute di Luciana Littizzetto che i vari trasferimenti li ha sempre tradotti sotto forma di satira: “Ma che bello essere tornati a casa. Qui a Rai 3…non lo senti anche tu l’odore del dopobarba di Augias?” e ancora “Al posto di Strega Cambia Colore c’è Fazio Cambia Canale” per concludere con “siamo gli unici incensurati che vanno in onda su questo canale. Noi, la Sciarelli e i polipi nasali di Elisir con Michele Mirabella“. In tutto ciò, di una cosa la Littizzetto è certa “Io personalmente sarei voluta rimanere qui sempre“. E visti i trascorsi, probabilmente non è l’unica a pensarlo.