Jump The Shark: il salto dello squalo
Pare giunto il momento di spiegare la locuzione salto dello squalo (jump-the-shark) che ho usato un paio di volte. E’ molto semplice, in verità. Basta pensare a Happy Days: il salto dello squalo si ha, letteralmente, quando “Fonzie salta lo squalo” – potete ammirarlo nella foto. I popoli di lingua anglosassone sono pragmatici, si sa,
Pare giunto il momento di spiegare la locuzione salto dello squalo (jump-the-shark) che ho usato un paio di volte.
E’ molto semplice, in verità. Basta pensare a Happy Days: il salto dello squalo si ha, letteralmente, quando “Fonzie salta lo squalo” – potete ammirarlo nella foto. I popoli di lingua anglosassone sono pragmatici, si sa, e non inventano modi di dire a caso – suscitando, finalmente, le proteste degli appassionati che furono costretti a ammettere: è troppo.
Il salto dello squalo è l’apice della serie, o in qualche modo l’evento che determina quel momento in cui ti dici: ok, da qui in avanti sarà tutto in discesa, sarà tutto più brutto, sarà tutto troppo poco. E’ il momento in cui si rompe il tacito accordo fra lo spettatore e la serie stessa, il momento in cui si rompe la sospensione dell’incredulità.
In senso lato, poi, questa locuzione è passata a indicare tutte le stranezze delle serie tv che fanno venir meno la verosimiglianza dell’universo narrativo della serie (morti e resuscitati, attori diversi per uno stesso ruolo, e via dicendo).
Il sito omonimo è una risorsa fondamentale per trovare e segnalare jump-the-shark. Manca, purtroppo, una versione italiana-