Lo Spot a doppio taglio
Il mercoledì si rinnova, nel palinsesto del TvBlog, l’appuntamento con il mio, personalissimo angolo da opinionista, se mi passate il termine, fin troppo abusato, ma comunque più accettabile di esperto. Li ho sempre guardati con occhio diffidente, gli esperti. Chissà, per esempio, se quelli di comunicazione – i peggiori. Tutti sono esperti di comunicazione, come
Il mercoledì si rinnova, nel palinsesto del TvBlog, l’appuntamento con il mio, personalissimo angolo da opinionista, se mi passate il termine, fin troppo abusato, ma comunque più accettabile di esperto. Li ho sempre guardati con occhio diffidente, gli esperti. Chissà, per esempio, se quelli di comunicazione – i peggiori. Tutti sono esperti di comunicazione, come i ct della nazionale – avrebbero previsto il curioso, duplice effetto della musica negli spot. Ne parla un bel pezzo su Reuters, degli spot che, oltre a far vendere il prodotto aiutano anche a vendere i dischi.
Personalmente, vivo nella paciosa convinzione del bravo occidentale medio che si ritiene superiore alla media, di non essere influenzato dalla pubblicità – pur sapendo che c’è un fondo di menzogna in questa affermazione – e di fare le mie scelte in modo indipendente.
Se questo può non essere vero per i prodotti, lo diventa per gli spot.
Odio i tormentoni. Appena un gruppo che amo diventa fornitore di colonne sonore per uno spot – di telefonia mobile in particolare – il mio sentimento cambia all’istante.
E piuttosto di comprare un disco-tormentone, mi amputerei un braccio (tanto posso sentirlo quando voglio, basta accendere la tv).
Ammetto però che, a distanza di anni, le raccolte tipo Top of the Spot mi tentano, anche perché ormai ci trovi quasi di tutto. Quasi. Eminem e Bruce Springsteen resistono.