Viziati e Rovinati?
Ho avviato un piacevole – seppur rado – scambio di corrispondenza elettronica con Italo Moscati, che mi inoltra, su mia richiesta, parte dell’articolo che Aldo Grasso ha parzialmente dedicato alla trasmissione Viziati, sul Corriere della Sera del 28 giugno . Il pezzo parla dell’importanza degli archivi RAI – aperti a tutti dal 20 giugno scorso,
Ho avviato un piacevole – seppur rado – scambio di corrispondenza elettronica con Italo Moscati, che mi inoltra, su mia richiesta, parte dell’articolo che Aldo Grasso ha parzialmente dedicato alla trasmissione Viziati, sul Corriere della Sera del 28 giugno . Il pezzo parla dell’importanza degli archivi RAI – aperti a tutti dal 20 giugno scorso, lo ricordiamo per i distratti – e poi della trasmissione di Moscati.
Approfitto della messa in onda, questa notte, della terza puntata di Viziati – sabato scorso non venne trasmesso per lo sconvolgimento dei palinsesti dovuto al Live8 – per tornare a parlarne.
Riporto parte dell’articolo di Grasso in calce a questo post, inaugurando uno spazio un po’ più serio di questo TvBlog, nel quale ci si augura di poter ospitare presto dibattiti fra addetti ai lavori, come è già avvenuto nel caso specifico.
Naturalmente, chiunque fra gli interessati volesse dire la sua non ha che da scrivere alla redazione o commentare il presente post.
Segue il pezzo di Aldo Grasso, con qualche considerazione del sottoscritto.
“L’archivio non è solo un deposito ma anche un modello di lettura, una luce capace di illuminare in tutte le sue connessioni un immenso groviglio di immagini e di storia. Per questo spiace non poco,e siamo alla seconda notizia, che il repertorio venga ancora considerato luogo di scorribande e razzie come fa Italo Moscati con “Viziati- Quanto ci hanno rovinato cinquant’anni di Tv?”(Raitre, sabato, ore 23,50). E’ una modesta trasmissione di collages, figlia di ‘Blob’, di ‘Schegge’ e soprattutto di ‘Supervarietà’ ma con vaghi intenti moralistici, con insopportabili didascalie che vorrebbero essere intelligenti. Ecco il solito modo per rovinare cinquant’anni di tv“
.
Personalmente, trovo i toni un po’ esagerati. Non che non si possa criticare, percarità, e in Italia il professor Grasso ne ha forse più competenza e diritto di chiunque, ma ammesso che esistano questi intenti moralistici, personalmente ne colgo anche l’ironia che trasforma la chiave di lettura di questa razzia dell’archivio RAI in un qualcosa di più piacevole di un banale amarcord per la serie si stava meglio quando si stava peggio.