Bolchi e la RAI
Qualcuno deve aver detto, un tempo, che il livello di civilizzazione di una società si misura anche dal rispetto che si porta ai propri defunti. Non sono certo di essere stato sempre d’accordo con questa affermazione, nè sono sicuro di esserlo in questo momento. Eppure, sono assolutamente certo che in casi come questo, quando muore
Qualcuno deve aver detto, un tempo, che il livello di civilizzazione di una società si misura anche dal rispetto che si porta ai propri defunti.
Non sono certo di essere stato sempre d’accordo con questa affermazione, nè sono sicuro di esserlo in questo momento.
Eppure, sono assolutamente certo che in casi come questo, quando muore un regista come Sandro Bolchi, la RAI – cui Bolchi ha dedicato una buona fetta della propria vita – quel servizio pubblico che invochiamo tutti affinché torni a fare buona televisione (non ho detto “alta” o “colta”, né “educatrice”. Ho detto buona), quella RAI lì, dovrebbe perlomeno essere presente alle esequie, con un rappresentante in doppiopetto cui, onestamente, non costerebbe nulla essere lì, se non uno spicchio del suo tempo.
Non so perché, ma la vedo così.