dueSouth
Proseguiamo con la pubblicazione delle recensioni di Mario A. Rumor, che, dopo Lost e The O.C., ci parla di dueSouth – Due poliziotti a Chicago Quando non era ancora famoso, quando ancora non firmava le sceneggiature degli ultimi film di Clint Eastwood, quando non aveva ancora intascato il meritato premio Oscar per Crash – Contatto
Proseguiamo con la pubblicazione delle recensioni di Mario A. Rumor, che, dopo Lost e The O.C., ci parla di dueSouth – Due poliziotti a Chicago
Quando non era ancora famoso, quando ancora non firmava le sceneggiature degli ultimi film di Clint Eastwood, quando non aveva ancora intascato il meritato premio Oscar per Crash – Contatto fisico, Paul Haggis s’era inventato dueSouth (1994).
E nessuno, tranne pochi agguerriti fan, gli aveva prestato la giusta attenzione. Come le reti italiane che al bellissimo telefilm canadese riservano orari insostenibili (il mattino su Italia 1, poi Rete 4, oggi – a l’una circa – su La 7). Canadese per una metà, americano per l’altra se badiamo ai dettagli: la serie infatti è ambientata a Chicago e racconta la trasferta obbligata del poliziotto in giubba rossa Benton Fraser (Paul Gross) nella caotica metropoli dopo aver dato la caccia all’assassino del padre (poliziotto anch’egli).
Accompagnato dal lupo Diefenbaker e appioppato dal consolato allo sbirro meno sbirro del 27° Distretto di polizia di Chicago, Ray Vecchio (David Marciano, lo avete conosciuto nella quarta stagione di The Shield), Benton mette le sue capacità investigative fuori dal comune al servizio dei nuovi colleghi. Tutti disposti a guardare con perplessa curiosità i metodi non proprio ortodossi del canadese (circola senza pistola, annusa e “assapora” gli indizi sulla scena del crimine), tranne Ray che all’inizio fatica a entrare nell’ordine di idee del compagno. Due poliziotti che più diversi non potrebbero essere. Benton è, nell’ordine: educato, servizievole, ligio al proprio dovere. Solo per il gusto di dare sfoggio di aggettivi (che sono molti di più).
Vecchio naturalmente è l’esatto opposto. E non ne fa mistero. Un buddy movie trasformato in telefilm, in altre parole. La strana coppia di sbirri che deve vedersela con il popolo di criminali (ma non solo) di Chicago e al tempo stesso intrecciare il classico rapporto di solidale amicizia. Dove sta la novità? Benton Fraser potrebbe essere una risposta. Antitesi vivente del poliziotto macho e incazzato di tanta tv americana che sfugge agli stereotipi anche soltanto conversando con l’inseparabile lupo oppure quando racconta leggende Inuit (soliloquio che finisce dritto dritto nella colonna sonora della serie) o, ancora, quando si ritrova a parlare con il fantasma del padre morto. Sorta di supereroe che arriva dal freddo Nord, per ritrovare qualcosa di sé.
E dueSouth gli va dietro anche grazie all’intelligenza di Haggis e di George Bloomfield, il migliore tra i registi della serie. Che va avanti per tre stagioni e alla terza fa trovare al buon Benton, di ritorno dalle vacanze, un nuovo Ray Vecchio (Callum Keith Rennie) che in realtà si chiama Stanley Kowalski. Se l’ironia non manca alla serie, annotate quanto segue: Leslie Nielsen figura spesso come guest star nei panni di un’altra giubba rossa ma con le pernacchie e gli sbandamenti di testa che furono del detective Frank Drebin (Una pallottola spuntata); e Meg Thatcher è il nome dell’irremovibile superiore di Fraser, la prima che il Nostro bacerà in un fulmineo palpito romance del telefilm. Se invece soltanto alla fama siete interessati, ecco i nomi di alcuni attori che sono passati per di qua: Carrie-Ann Moss, prima di diventare la star di Matrix, ha interpretato una vecchia fiamma di Ray Vecchio; Melina Kanakaredes, prima di trovare la notorietà con Providence e C.S.I. New York è stata l’amore perduto di Fraser (prima serie) mentre Kenneth Welsh, dopo Twin Peaks (era Windom Earle), è tornato a vestire i panni del folle criminale in una doppia memorabile puntata della terza stagione. dueSouth insomma è tv da colpo di fulmine. Non ci sono vie di mezzo. E neanche vie di fuga: tanto, Fraser vi acchiappa comunque.
Mario A. Rumor