Quantum Leap: torna il viaggio nel tempo di Bellisario
Un lettore – Mario Bove – ci invia la sua recensione di una nota serie tv che ha appassionato una bella fetta di telespettatori – mi ci includo – e che ora è di nuovo in onda, su Rai3. La pubblichiamo volentieri, invitandovi a imitare Mario: scriveteci, quando ne avete voglia e avete qualcosa da
Un lettore – Mario Bove – ci invia la sua recensione di una nota serie tv che ha appassionato una bella fetta di telespettatori – mi ci includo – e che ora è di nuovo in onda, su Rai3. La pubblichiamo volentieri, invitandovi a imitare Mario: scriveteci, quando ne avete voglia e avete qualcosa da dire.
Quantum Leap, una delle serie più memorabili degli ultimi anni con un mix ben riuscito di fantascienza, history fiction e derive metafisiche, è tornata in tv dal 30 maggio su Rai 3 alle 17.00, in programmazione dal lunedì al venerdì.
Produzione americana del 1989, a firma Donald P. Bellisario (autore, fra gli altri, anche di Tequila & Bonetti, alcuni episodi di Magnum P.I. e del recente Navy NCIS), è la storia di un geniale scienziato, il dr. Samuel Beckett (Scott Bakula), che riesce ad inventare una macchina che gli rende possibile il viaggio nel tempo. Un intoppo durante l’esperimento di collaudo ed il dr Beckett resta intrappolato in una catena di anelli temporali, passando da un’epoca all’altra di un periodo storico compreso fra gli anni ’30 e ’80. La particolarità di questi salti temporali risiede nella possibilità di entrare nelle vite delle persone, sostituendosi a loro.
Ma il meccanismo del salto verso un’altra avventura, ed la successiva puntata, è fuori controllo. Riesce a capire (non a caso è un genio) che questi suoi viaggi non avvengono casualmente: egli ha la possibilità di influire sulle vite altrui, risolvendo alcuni momenti cruciali di questi sconosciuti che impersona. E’ questa la chiave che ogni volta, sul più bello, lo fa passare da un’altra parte. Per Sam ogni storia è un momento di accrescimento e comprensione di qualcosa in più, un’occasione per entrare in tutte quelle piccole vicende quotidiane che confluiscono nel più grande racconto della storia. Pugile, militare, adolescente, musicista, ritardato, donna, vestirà i panni di un campionario umano vastissimo. In questa sua peregrinazione Beckett è seguito dall’ologramma di un suo collaboratore, l’istrionico donnaiolo Al, prodigo di consigli e sempre pronto a rintracciare il futuro che lo scienziato deve scongiurare per le vite di cui diviene protagonista.
Espediente stilistico, Sam agli altri, ed allo specchio, rimanda l’immagine delle persone cui si sostituisce, mentre a noi spettatori appare sempre sotto le stesse sembianze.
In America il successo ha seguito le cinque stagioni e 95 puntate che hanno portato ad una risoluzione la trama. In Italia la serie è approdata alla fine degli anni ’90, nel pre-serata di Rai due, aprendo la fortunata stagione di telefilm quali Jarod il camaleonte, Jag avvocati in divisa e the Sentinel. Per gli appassionati, pare che Bellisario stia pensando di creare una nuova serie di puntate con la figlia di Beckett alla ricerca del padre. Voci di corrodoio…
Mario Bove