La tintoria non va in ferie. Peccato
In un periodo dell’anno in cui la replica dei programmi televisivi trova la propria massima espressione, sono iniziate l’altroieri sera alle 23.40 su RaiTre le repliche de La tintoria, in una serie intitolata (molto fantasiosamente) Freschi di Tintoria. La tintoria è un programma (pseudo)comico già di dubbia utilità nell’effettiva messa in onda, figuriamoci ora che
In un periodo dell’anno in cui la replica dei programmi televisivi trova la propria massima espressione, sono iniziate l’altroieri sera alle 23.40 su RaiTre le repliche de La tintoria, in una serie intitolata (molto fantasiosamente) Freschi di Tintoria.
La tintoria è un programma (pseudo)comico già di dubbia utilità nell’effettiva messa in onda, figuriamoci ora che in replica (ovviamente il giudizio è personale: se va in replica, a qualcuno piacerà).
L’ambientazione è quella di un phone center/internet point multietnico con uso di lavanderia a gettoni, come quelli che ultimamente spuntano come funghi nelle grandi città, frequentato dai cosiddetti “nuovi italiani” che telefonano ai paesi d’origine, ma anche gli abitanti del quartiere che vi si recano per acquistare le ricariche dei telefonini, lavare i panni o semplicemente chiacchierare.
La conduzione è affidata a due “nuovi italiani”, il giovane attore giapponese Taiyo Yamanouchi e l’italo-venezuelana, nonché vera “miracolata del Grande Fratello 4”, Carolina Marconi, che servono da collante per gli interventi dei nuovi comici che partecipano al programma.
Inutile dire che i pochi sprazzi interessanti di comicità vengono dalle comparsate saltuarie di Max Tortora, Vito (Stefano Bicocchi) e Marco Marzocca.
Se vi volete male, o proprio non avete nulla da fare, potete anche guardarlo ogni lunedi. Per fortuna sono solo 12 puntate. Coraggio.