Adriana Volpe e le raccomandazioni inesistenti
C’è da chiedersi in quale universo viva, Adriana Volpe, che dichiara – amiamo riportar virgolettati, di questi tempi -, secondo TgCom:Mi sono stupita di quello che ho letto, in tv vedo solo persone preparate. Chi sta a casa, se fosse davvero bravo, troverebbe lavoro.La dichiarazione lascia basiti. Perché chiunque guardi la tv non può non
C’è da chiedersi in quale universo viva, Adriana Volpe, che dichiara – amiamo riportar virgolettati, di questi tempi -, secondo TgCom:
Mi sono stupita di quello che ho letto, in tv vedo solo persone preparate. Chi sta a casa, se fosse davvero bravo, troverebbe lavoro.
La dichiarazione lascia basiti. Perché chiunque guardi la tv non può non rendersi conto che essa non è popolata solamente da persone preparate. Perché chi ci lavora conosce la logica clientelare inevitabilmente presente a tutti i livelli della scala gerarchica. Perché la raccomandazione è un evento tipicamente italico che esiste, inutile negarlo, e chi non ne dispone deve rimboccarsi le maniche, tirare fuori le palle e iniziare a scavare per uscire fuori dal sotterraneo che rappresenta l’handicap naturale di chi il cognome (o la conoscenza) non ce l’ha.
Voler negare questa realtà è altrettanto tipicamente italico, ed è capitato per tutte le -opoli che si sono presentate all’appello della nostra storia. Non ultima vallettopoli -. Negare la raccomandazione – che fa parte del gioco delle parti, ovviamente – è come negare, per dirne una, l’esistenza e il naturale vantaggio dei figli d’arte.
A meno che non si voglia veramente credere che la televisione italiana sia un universo pulito, utipistico e rigorosamente meritocratico.
La mia personale esperienza mi fa dire che non è così, e c’è poco da scandalizzarsi e cader dal pero.