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Caccia al (finto?) vip su Myspace

C’era una volta la blogstar… Stando alle ultime tendenze, invece, il nuovo fenomeno globale che “starebbe” conquistando proprio tutti è Myspace. La megacommunity mondiale, fonte di amicizie e contatti internazionali, che sta catturando non soltanto persone comuni, ma anche vip. L’intuizione di partenza è quella di ridurre la distanza tra artista e pubblico, per cui

19 Agosto 2006 11:23

my space tom anderson chris dewolfeC’era una volta la blogstar… Stando alle ultime tendenze, invece, il nuovo fenomeno globale che “starebbe” conquistando proprio tutti è Myspace. La megacommunity mondiale, fonte di amicizie e contatti internazionali, che sta catturando non soltanto persone comuni, ma anche vip.
L’intuizione di partenza è quella di ridurre la distanza tra artista e pubblico, per cui diversi gruppi musicali o personaggi famosi hanno deciso di aprirsi la propria pagina sul sito, persuasi dalle potenzialità di un bacino d’utenza così elevato.
Peccato che, nella maggior parte dei casi, soprattutto in mancanza di segnalazione sui siti ufficiali, la caccia al divo si riveli un buco nell’acqua, visto che non è ben chiaro se l’aggiornamento della pagina è a cura dell’artista, del suo fan club intenzionato a promuoverne il talento o, ancor peggio, di un accanito detrattore pronto a infangarne il nome. Come nelle vecchie chat, il concetto di identità è molto labile e, anche se dietro un avatar si cela davvero il personaggio famoso che cercavamo, non ci offre molte possibilità di conoscerlo meglio.
Prendete la pagina di Enrico Silvestrin, ufficializzata senza ombra di dubbio sul suo vero sito.
Il personaggio in questione, notoriamente alternativo, approfitta del suo “space” per mettere in bella vista gusti musicali insindacabili, la coppa del mondo sollevata da Cannavaro, qualche scatto sexy per non deludere le ammiratrici. Punto. Non c’è ombra di pensiero. Eppure Silvestrin ha lasciato il blog per MySpace “perchè il contatto con le persone è molto più diretto e almeno vede in faccia le persone” (sempre che le loro foto non siano farlocche).
Facendo qualche altra ricerca, mi sono imbattuto nel My Space di Daniele Interrante, presumibilmente vero eppure pronto a spacciare per “friends” (il che fa molto figo sul web perchè da lì dipende la tua popolarità) interlocutori fasulli come il trans di Lapo Elkann o Maurizio Costanzo. Se digitate il nome di Eros Ramazzotti, avete l’imbarazzo della scelta tra due profili. Uno dei due vi chiede di modificare le impostazioni di Internet, vedete un po’ voi…
Personalmente, “interessi di parte a parte”, sono molto scettico sui meriti avanguardistici di un progetto nato nel 2003, per opera di due californiani Tom Anderson e Chris De Wolde, e spacciato per rivoluzione della comunicazione. Mi sembra, infatti, decisamente un passo indietro rispetto alla ventata di aria fresca portata dai blog, che da sempre hanno imposto una clausola irremovibile: i contenuti. Con MySpace, invece, mi sembra di tornare ai tempi dei profili personali tenuti su C6, da riempire con foto ingombranti e frasi ammiccanti, puntando ancora una volta sull’eccesso anzichè sul racconto di sè. Non che la stessa blogosfera non sia ricca di testimonianze disonerevoli, ma ho la sensazione che la capacità di filtro del contenuto e di tutela della privacy, soprattutto grazie all’ottimo lavoro delle hosting responsabili dei singoli siti, sia decisamente più alta.
E garantisca maggior trasparenza oltre che un dialogo più costruttivo.
Ditelo a Silvestrin, che di questi tempi, con una vita reale così frenetica, trova il tempo per uscire con le sue amiche di Myspace.