Beppe Fiorello, l’uomo del 30 per cento
Quando si dice, un nome una garanzia. In Rai lo chiamano “l’uomo del 30 per cento”, il vero asso nella manica che, nella stagione di punta, fa impennare gli ascolti. Riuscirà Beppe Fiorello a risollevare le medie di rete, di questi tempi in forte ribasso? Il suo tenente italo-americano, Joe Petrosino, promette bene ma l’attore
Quando si dice, un nome una garanzia.
In Rai lo chiamano “l’uomo del 30 per cento”, il vero asso nella manica che, nella stagione di punta, fa impennare gli ascolti. Riuscirà Beppe Fiorello a risollevare le medie di rete, di questi tempi in forte ribasso?
Il suo tenente italo-americano, Joe Petrosino, promette bene ma l’attore preferisce volare basso:
“Non mi annunciate così, che porta male. E’ come quando a Sanremo dicono: vincerà quello. Poi arriva ultimo. Se Petrosino va male, gli addetti ai lavori ricorderanno solo il flop. Credono che io possa fare ascolti anche in periodi difficili. Il precedente c’è: Salvo D’Acquisto, settembre 2003, otto milioni e mezzo di spettatori”.
Il suo segreto? Scegliere solo le cose che gli piacciono, quelle che guarderebbe lui stesso. Il suo personaggio, in particolare, si colloca nel filone delle fiction sulla legalità, ricordando i nostri grandi dell’antimafia (a raccoglierne l’eredità nella programmazione seriale di Raiuno Giovanni Falcone con Massimo Dapporto).
Lo vedremo domani e lunedì sera in prima visione (tra gli attori del cast, una giovane promessa del cinema italiano, oltre che veterana di film per la tv, Cristina Capotondi), mentre la concorrenza ha commesso l’incauto errore di sottrargli il temibile Dr. House per non contrastare in casa il Reality Circus della D’Urso (davvero allo sbaraglio).
Intanto, l’impegnato Beppe continua a essere oggetto dell’annoso dilemma che imperversa in tutte le interviste: lavorerà o noi con il fratello Fiorello? Il regista Paolo Virzì gli ha detto di voler fare un film con loro due e di avere già la storia in mano. Sarebbe in cantiere, inoltre, un grande progetto per i botteghini di Natale pensato dallo stesso Beppe e ispirato alla sceneggiatura di una commedia esilarante. Ma Rosario insiste che lui non è un attore.
Come si dice, a ciascuno il suo.
[Fonte Vanity Fair]