Verissimo: un blando ritorno alle origini
Verissimo ha cambiato per l’ennesima volta look. Passando dalla redazione del Tg5 al coordinamento di Pietro Vigorelli, ora è interamente a cura di Videonews, testata diretta da Giorgio Mulè. La sua permanenza nei palinsesti, in definitiva, piuttosto che essere pensata per il pubblico, è dettata da esigenze di contratto da onorare con gli espatriati del
Verissimo ha cambiato per l’ennesima volta look. Passando dalla redazione del Tg5 al coordinamento di Pietro Vigorelli, ora è interamente a cura di Videonews, testata diretta da Giorgio Mulè.
La sua permanenza nei palinsesti, in definitiva, piuttosto che essere pensata per il pubblico, è dettata da esigenze di contratto da onorare con gli espatriati del telegiornale smaniosi di lavorare.
Lo storico rotocalco di Canale5 si propone un ritorno alle origini, rinnegando il capitolo dell’entertainment leggero di Paola Perego e mirando nuovamente a tutti i colori della cronaca.
Lo fa con compostezza, senza troppi fronzoli e tornando a investire sull’approfondimento giornalistico e servizi di informazione sui più ampi temi dell’attualità. Tuttavia, senza farsi mancare retroscena e interviste dedicate alle celebrities dello showbiz nostrano e internazionale.
Tutti ingredienti lodevoli sulla carta, ma inconsistenti nella resa finale.
Soprattutto se alla conduzione hanno puntato su una presenza decisamente debole e poco convincente come quella di Silvia Toffanin. Che la ragazza abbia studiato e sia preparata, nessuno lo mette in dubbio. Ma, mettendo anche da parte la questione delle raccomandazioni, la nostra giornalista in erba meriterebbe piuttosto di fare gavetta dietro le quinte, senza esporsi troppo davanti alle telecamere denunciando inevitabilmente mancanza di personalità.
A provare a risollevare i toni piatti di una trasmissione monocorde, nonchè definitivamente priva di identità dopo le svariate sverniciature del logo, un fedelissimo di Verissimo, Alfonso Signorini, che rinverdisce il repertorio da macchietta senza poter contare su un’altrettanto ironica spalla.
In definitiva, il discreto lavoro dei montatori e addetti ai lavori della trasmissione finisce per cozzare in modo stridente con la mediocrità degli inserti in studio, tornati alla freddezza asfittica della conduzione Corbi-Brindisi in una scenografia per di più fredda e anonima (con tanto di salotto farlocco che ricorda Nessuno è Perfetto con il trio Signorini-Mazza-Giacobini del mattino).
Insomma, non basta passare da una trama in pieno stile La Vie in Rose ad un motivetto che ricorda la marcia nuziale per attirare l’attenzione del pubblico (la migliore resta la sigla storica).
E, alla lunga, questi cambiamenti incessanti si stanno rivelando il fatidico colpo di grazia di un programma sempre più fatiscente.
A parte il rimpianto per la sobrietà mista a leggerezza di Cristina Parodi, perchè non investire su una più carismatica conduzione giornalistica come quella di Luisella Costamagna, magari coadiuvata dalla più sbarazzina Marica Morelli?
Liberate dall’ombra del padrone, potrebbero sorprenderci decisamente di più di un’intoccabile favorita dell’azienda.