Dandini, dacci più satira e meno politica
Riprendiamo l’argomento satira (di cui avevamo enunciato l’origine etimologica per poi spaziare tra echi letterari e querelles contemporanee) e la sua più o meno libera espressione televisiva. A tal proposito, mi sembra interessante lo spunto offertoci da un articolo dell’imprenscindibile Antonio Dipollina, pubblicato nella sua consueta rubrica su Repubblica, il cui appello fa da titolo
Riprendiamo l’argomento satira (di cui avevamo enunciato l’origine etimologica per poi spaziare tra echi letterari e querelles contemporanee) e la sua più o meno libera espressione televisiva.
A tal proposito, mi sembra interessante lo spunto offertoci da un articolo dell’imprenscindibile Antonio Dipollina, pubblicato nella sua consueta rubrica su Repubblica, il cui appello fa da titolo a questo post:
“Non è ancora arrivato il tempo in cui simili programmi si possano giudicare per la costruzione in sè. Siamo sempre morbosamente dalle parti di chi attacca o di chi difende, il cambio di governo viene vissuto come la pietra di paragone. Parla con me rimane una formula azzeccata di talk con uso di musica, adattissima alla domenica sera sul tardi in questi grami anni televisivi: ma rimane un programma di transizione verso qualcos’altro”.
A tal proposito, Dipollina ha ventilato l’ipotesi di una promozione del programma in prima serata (non prima di gennaio), che dovrebbe essere a suo dire suffragata dalla capacità di rimettersi in gioco, mostrando di poter tradurre ciò che non si è potuto fare negli ultimi anni, per ovvii conflitti di interessi, nel lussureggiante futuro della satira televisiva, o almeno in qualcosa che gli somigli.
Secondo me, questo qualcosa che gli somigli potrebbe essere l’era della Tv delle Ragazze (seguita da Tunnel e Avanzi). Quella sì che era una stagione fortunata per la comicità sociale, in grado di elevere Serena Dandini a schietta musa della satira, anzichè ennesima partigiana di un’univoca posizione ideologica, che poi domina nella linea editoriale della rete ponendosi sulla scia di Fazio e Ballarò.
Sicuramente una rete coraggiosa e ambiziosa, Raitre, ma in cui è sempre più difficile scorgere la linea di demarcazione tra faziosità e qualità (posto che il definire la cultura di sinistra è un dilemma atavico).
Nonostante tutto, io difendo il tempo in cui anche la signora Dandini, che oggi conduce con invariata professionalità Parla con me, sapeva anteporre l’amor di battuta a quello di partito, smorzando i toni del sarcasmo militante in quelli di una satira sorridente e trasversale.
E’ forse per questo che si va in seconda serata nel weekend, quando fino a qualche anno fa, satellite a parte, i programmi della Dandini conquistavano e facevano discutere l’Italia tutta (e non una nicchia notturna)?
In attesa di rispondere a questa domanda, guardetevi questo video, che si aggiunge alla nostra Youtube selection, in cui Serena Dandini parla del suo rapporto con i blog in quanto fonte di informazione libera.
Chissà quale sarà il suo preferito…