REPORT SULLA BOCCA…
Sono seduto a un tavolo della mensa del Salario 2 della Rai, luogo dove avvengono i montaggi di numerosi programmi televisivi. Abbiamo un’ora di tempo, sono in compagnia del mio bravissimo montatore, intorno ci sono altri montatori, giovani programmisti, autori, operai, impiegati. Insomma, c’è un piccolo campionario di quel che si potrebbe definire, nonostante il
Sono seduto a un tavolo della mensa del Salario 2 della Rai, luogo dove avvengono i montaggi di numerosi programmi televisivi. Abbiamo un’ora di tempo, sono in compagnia del mio bravissimo montatore, intorno ci sono altri montatori, giovani programmisti, autori, operai, impiegati. Insomma, c’è un piccolo campionario di quel che si potrebbe definire, nonostante il tipo di lavoro, gente comune con i problemi di tutti i giorni e di…sopravvivenza in questa società sempre più agra (come direbbe Luciano Bianciardi).
Sono in metropolitana. Sto andando a raggiungere un amico con il quale ci recheremo in pullman in una città non molto lontana da Roma. La metropolitana è densa di gente comune, di free press e di sudore, mentre un kossovaro con moglie incinta sta cantando una nostra canzone, “Azzurro”. Siamo al buio appena rischiarato dalle lucette del vagone. La folla, ad ogni stazione, pare acqua di mare che va e viene spesso con ondate vigorose sulla battigia.
Sono sul pullman che ci porta nella città dove avremo una giornata per impartire lezioni a studenti di comunicazione. Pacchi, pacchetti, plastica, free press e giornali. Volti sconosciuti eppure conosciuti, sembra facile distinguere una persona dall’altra, secondo un identikit che traspare dall’abbigliamento. Immigrati con borse enormi, anziane pensionate con marito che dorme, ragazzi con zainetto, ragazze veline, ragazze dallo sguardo triste d’abitudini di servizi a domicilio, militari un pò sbracati…
In tutte queste diverse situazioni, nel giro di poche ore, ho sentito parlare di continuo, appassionatamente, in maniera scandalizzata e spesso accesa, della inchiesta di Report sugli stipendi e comunque sugli emolumenti che vengono pagati ai manager di stato (l’inchiesta a cui si riferisce il post è “Cattivi Consigli“, di Giovanna Boursier, andata in onda domenica 22 ottobre alle 21:30. Sul sito, come al solito, se ne trovano estratti e video, ndR) . Le voci chiamano in causa altre inchieste della redazione di Report: sulle sovvenzioni ai giornali italiani, sugli sprechi delle amministrazioni pubbliche, sul costo della politica. Le voci si fanno sempre più incazzate, si alzano i toni. Il massimo viene raggiunto quando le voci ruotano intorno a questo o a quel manager che in pochi mesi, oltre a incassare stipendi stratosferici, ha maturato una liquidazione da tesoro di Re Mida. Le voci diventano roche. Le mani si stringono, in pugni di rabbia. Gli occhi si iniettano di sorpresa, stupore, dolore. Domina l’inquietudine. Perchè tutto questo avviene? Com’è possibile?
Finisce la pausa pranzo, le porte del metro si aprono e si chiudono, il pullman scarica uomini, borse e valigie. Torna il silenzio, ma altre voci si accavallano dietro le porte chiuse.
Curioso. Tendiamo meglio le orecchie. Evaporate le parole scatenate dal grande lavoro di documentazione di Report, siamo aggrediti dagli applausi. Applausi al politico che va al talk show, ai protagonisti dei reality, alle prove dei cuochi e dei fuochi delle liti, al bar sport dei piccoli schermi…
Applausi che decorano il silenzio e ne aggravano il veleno.
Report denuncia, la gente comune discute, si appassiona, commenta…e alza la testa (ma subito sa che è inutile). I destinatari veri delle missive acute come frecce di Report, tacciono. I manager guadagnano troppo, riscuotono liquidazioni ingiuste e miliardarie, vengono gratificati con altre nomine in cda dove dreneranno tanti soldi (quelli che la gente comune sente uscire anche dalle sue modeste tasche)?
Il potere, la politica, i politici non rispondono? Cosa fanno? Si preoccupano? rispondono? provvedono? capiscono e correggono? No. Fanno gli affari loro mentre tv si fa gli affari tuoi o nostri, o ci prende per il c… con il fattore c, ed ecco lo spettacolo, il reality che va incontro al futuro, trionfante. Abbiamo un grande avvenire alle spalle! Vittorio (Gassman) , tu che hai inventato queste ultime parole per il titolo di un libro, perdonaci, anzi, grazie, abbiamo capito. Anche se è difficile adattarsi. Al silenzio dei colpevoli.
ITALO MOSCATI