Home Domenica Live Se Buona Domenica spegne l’audio, io spegno il televisore

Se Buona Domenica spegne l’audio, io spegno il televisore

C’è chi ha criticato le prese di posizione di Claudio Lippi (le ricordiamo, anche su questo blog). C’è chi ne ha criticato le scelte, il puntare il dito contro questa televisione volgare, come se la Buona Domenica precedente non lo fosse. Ma non è che chi lo ha criticato – nell’azienda, intendo – abbia usato

6 Novembre 2006 02:11

C’è chi ha criticato le prese di posizione di Claudio Lippi (le ricordiamo, anche su questo blog). C’è chi ne ha criticato le scelte, il puntare il dito contro questa televisione volgare, come se la Buona Domenica precedente non lo fosse.
Ma non è che chi lo ha criticato – nell’azienda, intendo – abbia usato questo termine di paragone, no. Tutti a difendere la qualità del prodotto.
Un po’ più ficcanti, forse, erano i punzecchiamenti dei nostri lettori, che invece andavano dritti al sodo: perché rimanere nel calderone per anni e poi sbottare solo adesso?
A noi piace credere: perché c’è un limite (ovviamente, il signor Lippi o chiunque avesse interessi e ragioni per dire la propria a riguardo è il benvenuto su queste paginette elettroniche), ma potremmo anche sbagliare, ovvio, o peccare di ingenuità.
Certo è che il sentire l’audio che scende, a Buona Domenica, proprio quando (17:30) scattava l’orario in cui avrebbe dovuto prendere il via la protesta-secondo-Claudio-Lippi (abbassare l’audio del proprio televisore dalle 17:30 alle 17:35. Dico io, ma non era meglio chiedere lo spegnimento?), fa pensare.
Certo è che leggere il cartello

Stavano esagerando, a loro insaputa abbiamo spento l’ audio

invece di far sorridere fa gridare per la disperazione. Boutade? Autoironia? Magari. Per una lezione di autoironia si dovrebbe andare a una certa puntata di Quelli Che… . Questo, invece, era sarcasmo bello e buono, non rivolto internamente ma esternamente. Era un messaggio ben chiaro: qui si fa quel che ci pare, noi siamo gli Autori e ci facciam beffe di chi pensa che si esageri, anzi, lo sottolineiamo anche, facendo finta che nessuno lo sappia in studio, e tu – addetto ai lavori o spettatore, chiunque tu sia – non hai il diritto di dire niente. Al massimo, puoi spegnere il televisore.
E poi, dico io – che, mi rendo conto, divento sempre più moralista e intransigente. Ma chi non lo sarebbe? – ci si lamenta della fuga dalla tv generalista.

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