L’effetto Lippi e le lacrime di coccodrillo
Ritorniamo alla grande con un nuovo post a firma Il Tenero Giacomo, che già divide i nostri lettori fra estimatori e detrattori. Si parla, manco a dirlo, del caso-Lippi. Come direbbe il mai troppo celebrato Matteo B. Bianchi “La parola trash (r)esiste”. E resiste soprattutto in TV, dove le giustificate lamentele di un professionista di
Ritorniamo alla grande con un nuovo post a firma Il Tenero Giacomo, che già divide i nostri lettori fra estimatori e detrattori. Si parla, manco a dirlo, del caso-Lippi.
Come direbbe il mai troppo celebrato Matteo B. Bianchi “La parola trash (r)esiste”. E resiste soprattutto in TV, dove le giustificate lamentele di un professionista di lungo corso come Claudio Lippi hanno dato il via alla solita autoflagellazione pelosa ad uso di quotidiani , magazine tv e, duole dirlo, blog televisivi. Ma in TV si sa, tocca battersi il petto per due o tre giorni dopo il triste episodio e poi, dopo aver gettato i kleenex zuppi di pregiate lacrime in puro coccodrillo, tornare a fare quel che si è sempre fatto e cioè i numeri, signora mia.
Eh sì, perchè in TV sono i numeri che bisogna fare, e con quali metodi alla fine importa poco. Finchè c’è il duopolio e la sinistra non si compra la sua bella TV anche la Rai deve fare i numeri, sennò poi il Berlusca nei suoi TG ci racconta l’Italia che gli pare. E così il consigliere ex anziano Sandro Curzi, dice al Corriere della Sera a proposito delle vincite miliardarie di Affari Tuoi che:
scherzare per una mezz’ora all’ora di cena, in tono familiare, non mi sembra il problema principale della Rai.
Sa bene Curzi che il problema principale della Rai è che, se perde l’access prime time, la pubblicità che ne deriva e il traino sui programmi di prima serata, è un’azienda fritta e con essa anche le forze politiche i cui leader non annoverano tre reti TV nel patrimonio personale. E quindi lo share val bene qualche piccola forzatura al concetto di servizio pubblico, come mettere in palio un miliardo di vecchie lire a sera e possibilmente che resti in palio tra le 21.00 e le 21.20.
Quindi cari ignari telespettatori, questo è lo scenario nel quale ci si muove: questa e quella (azienda televisiva) per me pari sono. Quella pubblica deve fare i numeri perchè sennò è fritta, quella privata deve fare i numeri perchè i numeri sono denari e se il delfino non fa i denari allora hanno ragione quelli che già sussurrano “quando c’era lui…”. E qualcuno ha presente di quanti denari si sta parlando? Molti, molti di più del compenso del povero Lippi che alla fine è l’unico che rimarrà fritto da questa storia, la pulcetta anarchica che si è buttata nell’ingranaggio e che al massimo fa ritardare l’orologio di un quarto d’ora. Anzi di un minuto, un minuto di silenzio contro la TV trash che dà l’occasione a tutti i coccodrilli d’Italia di bagnare i fazzoletti per qualche ora, tanto ormai non bisogna più lavarli.
E poi tutti a rifare le solite cose, Zequila e Marina Ripa, Leone Di Lernia e la Lecciso, Taormina e la Franzoni, il plastico della villetta di Cogne, le lacrime della vedova e Martufello. E’ immorale, a volte è anche illegale, forse fa ingrassare, ma il trash è divino, irrinunciabile. E’ l’acido ialuronico della TV, i tessuti cedono e zac! una punturina di trash e il programma in via di chiusura si risolleva dal coma.
Certo ogni tanto ci scappa il morto. Mara Venier lo sa. Lasciata da sola a risollevare una fascia traballante con due lire, si è buttata sull’avanspettacolo da due lire, appunto. Lei forse avrebbe intervistato premi Nobel, però il lunedì, quando escono i dati d’ascolto, se il numeretto non è alto i colleghi ti guardano con aria compassionevole e i quotidiani insinuano chiusure anticipate. Così, visto che la Loren costa troppo e Mina (ah Mina!) non torna, vai di Zequila!
Poi però, se il tonico risulta troppo forte e l’ammalato schiatta, in fondo basta versare una lacrimuccia per qualche ora, dire che no, così non si può andare avanti, trovare un Ceccherini (un Pappalardo, un Mastelloni) qualsiasi da mandare al confino e poi ricominciare a chiudere un occhio nell’attesa che lo share si rialzi e si sia scampata la frittura ancora una volta.
Che fate, state ancora guardando la TV generalista?
Un caro abbraccio dal Tenero Giacomo.
(A proposito, Buona Domenica l’ha fatto il minuto di silenzio, anche senza dichiarare che era dedicato a Lippi. Qualche maligno vi ha voluto vedere quasi una vena canzonatoria. Risultato? Ha perso quasi 5 punti di share in un minuto. Ore 17.31 di domenica 5 novembre, dal 19.09% al 14.29%. Un prezzo un po’ alto per fare gli spiritosi no?)