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Tarzan – Nuovo TF senza un finale

Come nel caso di Invasion Mediaset sta trasmettendo in questo periodo un’altra serie tv americana “a termine”. Si tratta di Tarzan, un telefilm a dire il vero piuttosto modesto con una trama ai limiti del trash, che catapulta il personaggio di Edgar Rice Burroughs nella New York dei giorni nostri. Il ragazzo cresciuto nella giungla

15 Dicembre 2006 09:30

Come nel caso di Invasion Mediaset sta trasmettendo in questo periodo un’altra serie tv americana “a termine”. Si tratta di Tarzan, un telefilm a dire il vero piuttosto modesto con una trama ai limiti del trash, che catapulta il personaggio di Edgar Rice Burroughs nella New York dei giorni nostri. Il ragazzo cresciuto nella giungla e allevato dalle scimmie stavolta non salta e si arrampica sugli alberi bensì fra i palazzi della metropoli americana per eccellenza. Travis Fimmel, l’attore che impersona il moderno Tarzan, è coinvolto in una love story dai tratti fumettistici con una poliziotta interpretata da Sarah Wayne Callies, la dottoressa Sara Tancredi nel più recente e fortunato Prison Break. Italia 1 sta programmando il telefilm giovedì in seconda serata dal primo dicembre scorso due puntate per volta. Occhio a non appassionarvi troppo, la serie è un prodotto Warner del 2003, cancellato dopo solo 8 episodi per via dei pessimi ascolti.

La scelta di Mediaset, comprensibile per la necessità di riempire il palinsesto in un periodo debole televisivamente parlando come Dicembre, dimostra uno scarso rispetto nei confronti del pubblico. Le tv italiane non valorizzano il prezioso patrimonio della serialità americana più o meno da sempre, tranne essere pronte a salire sul carro dei vincitori quando alcuni ottimi prodotti, meno maltrattati da orari sciagurati ed adattamenti bizzarri, ottengono importanti riscontri dall’auditel come nel caso di House M.D. o di Lost.
Quello che è sicuro è che il mandare in onda un telefilm troncato si rileva controproducente per tutta la delusione che rischia di causare all’ignaro telespettatore italiano che inizia a guardare uno show senza sapere che questo è già morto e sepolto da due anni. Il tutto con la frustrazione di trovarsi in una posizione ancora meno influente di quella dello spettatore americano e di non poter incidere minimamente nel salvataggio della serie nemmeno con il più accorato degli appelli e con il più capillare dei passaparola.
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