Tvblog e la differenza di pubblico
Non che ci piaccia auto-incensarci, ma trovo opportuno e stimolante dar voce, oltre alle citazioni riservateci dalla stampa ufficiale, anche ai commenti che ci riguardano reperiti negli altri blog. Un collega della blogosfera, di nome Thuata, cita nel suo blog community la nostra iniziativa di cui andiamo molto fieri, Cosa hai visto ieri sera?, sollevando
Non che ci piaccia auto-incensarci, ma trovo opportuno e stimolante dar voce, oltre alle citazioni riservateci dalla stampa ufficiale, anche ai commenti che ci riguardano reperiti negli altri blog.
Un collega della blogosfera, di nome Thuata, cita nel suo blog community la nostra iniziativa di cui andiamo molto fieri, Cosa hai visto ieri sera?, sollevando degli spunti davvero interessanti (il suo post è stato poi ripreso da Libero Blog).
“Il pubblico televisivo classico, che io definirei “passivo”, ha una predilezione per un nazionalpopolare, politically-correct e poco innovativo, diciamo rassicurante.
Il “popolo di internet” invece ambisce (quando guarda la tivù) ad un prodotto più moderno, spigliato, meno impostato sui binari classici.
In questa differenza interviene di sicuro il fattore età, ma credo pure il desiderio di continuare ad usare il cervello che, navigando in rete è abituato a ricevere parecchi input”.
La riflessione del blogger in questione prendeva ad esempio Desperate Housewives, che qualche giorno fa svettava nettamente nel nostro sondaggio rispetto alle proposte concorrenti, mentre perdeva clamorosamente la sfida dell’auditel.
Ebbene, c’è una caratteristica di fondo che accomuna noi telemaniaci e insieme avventori del web. Qualcuno lo prenderà come un atto di presunzione, ma non si può negare che siamo tutti, redattori e lettori inclusi senza distinzioni gerarchiche, “più avanti”. Più avanti nell’informarci, nell’aggiornarci sulle novità, nel stancarci di quello che ci propinano abitualmente.
Però, rimaniamo una piccola percentuale che ai fini dell’auditel conta ben poco, salvo nei casi in cui confondiamo tra le masse appassionandoci a un reality show o a un evento televisivo per tutti.
In tutti gli altri casi accade che il fantomatico popolo di internet non aspetti più Raidue o Italia1 per vedere la nuova serie del telefilm di culto, non senta nelle proprie corde fiction prevedibili come Butta La Luna e si costruisca dunque un palinsesto mentale del tutto slegato dalle programmazioni ordinarie.
La scorsa settimana, ad esempio, mi è capitato di star lontano da casa e di vivere isolato dai media. Tornando in albergo, accendevo la tv e mi trovavo a seguire di sfuggita trasmissioni come Uno Mattina o Mezzogiorno in famiglia che solitamente sono lontane dalle mie abitudini catodiche.
Eppure, sono di quei programmi che vanno in onda da anni e di cui senti il sottofondo quando entri nelle case di persone anziane o semplicemente tra le pareti domestiche di una tipica famiglia italiana, al momento di fare colazione o di preparare il pranzo.
Quindi, ritengo che noi internauti dovremmo avere più rispetto nei confronti di quei prodotti spesso tacciati di buonismo paternalistico, ma che costituiscono una garanzia dei palinsesti perchè producendoli le reti si rivolgono ad un target molto più affidabile di quello raggiungibile da un Ispettore Coliandro, per dire.
D’accordo nel criticare sbavature e pecche strutturali per migliorare i contenuti delle nostre televisioni, ma la nostra stessa iniziativa ci serva da monito per dar voce a una parte del pubblico spesso ignorata, ma al tempo stesso per non farci ignorare chi contribuisce ai grandi ascolti di prodotti come Capri o Affari Tuoi.
Massaie, pensionate, adolescenti sognatori, fruitori delle tv di pari dignità e meritevoli di uguale rispetto, sia dai dirigenti che dagli altri utenti.
Perchè non dimentichiamo che, nella maggior parte dei casi, a decidere cosa funziona e cosa no in tv è il popolo e quasi mai l’elite.
Doctor House è un’eccezione tra poche…