Miss Ability, perché no?
In effetti, come ha rilevato Share, MissAbility, il reality show con ragazze disabili come protagoniste, avrebbe anche potuto essere una squallida operazione commerciale – del resto, cosa non lo è veramente, in televisione? -, ma voglio proporvi un altro punto di vista. Che, oltre a essere quello personalissimo del sottoscritto, come si può leggere facilmente,
In effetti, come ha rilevato Share, MissAbility, il reality show con ragazze disabili come protagoniste, avrebbe anche potuto essere una squallida operazione commerciale – del resto, cosa non lo è veramente, in televisione? -, ma voglio proporvi un altro punto di vista.
Che, oltre a essere quello personalissimo del sottoscritto, come si può leggere facilmente, è a anche quello di Disabili.com. Ovviamente, sono
Molti i no a un format che appare ghettizzante, strumentale. Ma anche i distinguo: purché se ne parli, e in vista di una integrazione migliore, va bene anche il reality per disabili.
A differenza della Francia, della Germania, degli U.S.A., della Gran Bretagna, in Italia i diritti di Miss Ability non sono stati acquistati. Mi viene il dubbio che non sia per rispetto della disabilità, né per delicatezza. Mi viene il dubbio che sia perché il nostro Belpaese terzomondista ha una paura endemica della diversità. O almeno, se non ce l’ha proprio il Belpaese, ce l’hanno i produttori e i direttori di rete. Ecco perché a un Miss Ability versione italiana voterei sì. Su Disabili.com vanno oltre, e propongono invece di aprire un reality “tradizionale” a portatori di disabilità. Purché non si ricada nel pietismo, francamente non vedo perché no.
Il problema è che, comunque vada, certi temi la televisione italiana di grande fruizione riesce a trattarli solo se fanno piangere.