E io pago, ultimo atto della storia del Bagaglino
Ormai è una tradizione: rispolverare ad inizio di stagione, sugli schermi di Canale5, l’irriducibile compagnia del Bagaglino. Per l’iniziativa Prime time con Tvblog questa sera testeremo (è il caso di dirlo) un nuovo esperimento: due web-dirette in contemporanea. Malaparte seguirà per voi il nuovo sabato sera di Raiuno, a colpi di test e quozienti intellettivi.
Ormai è una tradizione: rispolverare ad inizio di stagione, sugli schermi di Canale5, l’irriducibile compagnia del Bagaglino.
Per l’iniziativa Prime time con Tvblog questa sera testeremo (è il caso di dirlo) un nuovo esperimento: due web-dirette in contemporanea. Malaparte seguirà per voi il nuovo sabato sera di Raiuno, a colpi di test e quozienti intellettivi. Il sottoscritto, invece, commenterà la consueta mascherata pre-carnevalesca di Pippo Franco e soci, ripercorrendo in diretta bagordi e battutacce della sempiterna compagnia di Pingitore. Il tutto in attesa di cambiare completamente sipario, ritrovando (si spera) con Bonolis un Senso della vita (e della televisione) più edificante.
Insomma, di cosa tratterà E Io pago?
Basta guardare l’irritante spot pubblicitario trasmesso a tamburo battente per trovare una conferma ai propri orridi sospetti. E’ la solita minestra di sempre, che differisce dalle edizioni precedenti unicamente per il titolo e qualche prevedibile intuizione dell’ultimo minuto come la parodia della Finanziaria.
La gnocca, almeno per quest’anno, è confermata e stiamo tutti più tranquilli: Aida Yespica.
Ma la vera novità, se così si può chiamare, consiste in un duello a colpi di battute, balli e brani recitati tra due personaggi politici scelti tra gli schieramenti opposti. Stasera, per esempio, Fiorella Ceccacci Rubino (al posto della prevista Daniela Santanchè) sfiderà sul palco il verde Alfonso Pecoraro Scanio. Se prima erano di scena le torte in faccia a chi perdeva il consenso del pubblico, questa volta si confida in una gara più soft e distensiva (peccato che Mastella, dopo l’imbarazzante esperienza dell’annata passata, abbia gentilmente declinato l’invito assieme ai colleghi Veltroni e D’Alema).
Ma qual è la storia che ha fatto di questo marchio di fabbrica un longevo elisir di lunga vita?
Da Biberon a Torte in faccia, il varietà televisivo con una spiccata matrice farsesca e pseudo-satira da avanspettacolo porta rigorosamente la firma di Pierfrancesco Pingitore.
E’ lui lo storico fondatore del noto locale di cabaret fondato a Roma nel 1965, il Bragaglino (in onore di Antonio Giulio Bragaglia e del Teatro degli Indipendenti), che dovette poi essere cambiato in seguito a un’ingiunzione degli eredi del regista (e si preferì limitarsi a togliere una R visto che si erano già stampate diverse tessere con quel nome).
Nel 1972 la compagnia, composta in origine da Oreste Lionello, Pino Caruso e Gabriella Ferri tra gli altri, è passato dalla cantina di via Panico, dove aveva debuttato, al salone Margherita e nel 1973 ha esordito in tv con Dove sta Zazà, per la regia di Antonello Falqui.
E’ andato in onda in Rai fino al 1995, anno fatidico del trasloco su Canale5.
Da allora abbiamo visto susseguirsi sul palcoscenico grandi conferme come Pamela Prati, la prima vera soubrette del show, o showgirl già affermate ma alla ricerca di un’ulteriore consacrazione artistica come Matilde Brandi. Senza dimenticare Eva Grimaldi, Lorenza Mario, Milena Miconi, Angela Melillo, Gabriella Labate, Nathalie Caldonazzo e, dulcis in fundo, la Valeriona nazionale.
In fondo, tra le storiche presenze femminili del programma, si dovrebbe annoverare anche l’irresistibile signora Leonida impersonata da Leo Gullotta (che, detto tra noi, meriterebbe decisamente di più).
Ricordi gloriosi a parte, sulla lunga storia del Bagaglino incombe un’insidiosa spada di Damocle.
La Banca d’Italia, infatti, ha da tempo messo gli occhi sugli ampi spazi del Salone Margherita, la cui vendita è stata fissata da Palazzo Koch con una base d’asta: quindici milioni di euro.
“Manco fosse una cantina!”, ha commentato, con risentita arguzia, Pingitore, poco entusiasta dell’imminente dislocazione. “Ovviamente, siamo legatissimi a questo posto. Ma non ci aspettiamo niente: il Bagaglino è nato dalla volontà di quattro persone, che hanno riunito i loro soldi. E così faremo, da soli, anche stavolta”, ha puntualizzato il regista.
“Ormai, si era creata una comodità, quasi domestica”, ha spiegato Lionello, sdrammatizzando la questione dello sfratto.
Un’eventualità tanto conclamata che, nostro malgrado, continua a non ledere i palinsesti.