La serie A post-calciopoli vale poco
Siamo giunti a metà del massimo campionato di calcio di Serie A, il primo dopo Calciopoli, il primo senza la Juventus: i tempi sono maturi per i primi bilanci sul rendimento delle trasmissioni sportive. Le notizie sono tutt’altro che positive e delineano una tendenza pienamente affermata.La disillusione generale post-scandalo, lo spettacolo non certo esaltante dell’ex
Siamo giunti a metà del massimo campionato di calcio di Serie A, il primo dopo Calciopoli, il primo senza la Juventus: i tempi sono maturi per i primi bilanci sul rendimento delle trasmissioni sportive.
Le notizie sono tutt’altro che positive e delineano una tendenza pienamente affermata.
La disillusione generale post-scandalo, lo spettacolo non certo esaltante dell’ex “campionato più bello del mondo” con l’Inter che domina in solitaria bruciando ogni record, la squadra con più tifosi “assente per squalifica”, il Milan penalizzato e vittima di una falsa partenza che lo ha tagliato immediatamente fuori dalla lotta per il vertice, la mancanza ormai cronica di piazze importanti come Napoli e Genoa con solo la Roma a recitare la parte poco convincente della pretendente allo scudetto ha prodotto una forte disaffezione dei tanti “tifosi della domenica“, quelli che non sono mai impazziti per il calcio ma che lo seguivano ugualmente pur senza fare il sacrificio economico di abbonarsi alla pay-tv.
Ricorderete le polemiche dello scorso anno attorno a Serie A, primo erede di 90° Minuto traslocato su Canale 5 dopo l’acquisizione a peso d’oro dei diritti in chiaro da parte di Mediaset, considerato universalmente un “flop” senza appello nonostante il tormentato cambio in corsa nella conduzione passata da Bonolis a Mentana. I dati, giudicati all’epoca insoddisfacenti, parlavano di 4 milioni di telespettatori ed uno share poco oltre il 20%.
Quest’anno Mediaset aveva puntato ad un cambio di strategia, trasferendo tutta la Serie A su Italia 1 e decidendo di stravolgere il format tradizionale di 90° Minuto affidando il racconto dei gol domenicali a Sandro Piccinini e alla collaudata formula di Controcampo.
Nemmeno questa mossa ha potuto fermare l’emorragia di telespettatori e le medie di Controcampo – Ultimo Minuto superano a fatica i 2 milioni con uno share attorno all’11-12%.
Il fenomeno degli ascolti dimezzati colpisce drasticamente anche per le trasmissioni serali, la storica Domenica Sportiva e Controcampo – Diritto di Replica condotto da Alberto Brandi. Difficilmente nei dati i due programmi superano il milione di telespettatori. Un’ecatombe.
Le conferme che i programmi prettamente sportivi che non siano la diretta della partita hanno scarsissima presa sul pubblico sono diverse.
Simona Ventura, con il suo Quelli che il Calcio sempre più programma di intrattenimento e costume lontanissimo dai campi (le bande nere con la sovraimpressione che scorre è praticamente l’unico segno tangibile del passato) tiene i risultati delle precedenti edizioni, segno che i telespettatori che lo seguono sono più in cerca di un’alternativa ai programmoni della domenica di Rai Uno e Canale 5 che d’informazioni sulle partite in corso.
Guida al Campionato – Direttissima che doveva sfidare la Ventura mutuando la formula del vecchio “Quelli Che…” di Fabio Fazio ha fatto parlare di se solo per la polemica con le tv satellitari sull’utilizzo delle immagini in diretta delle panchine e degli spalti, per il resto si è rivelato un fallimento totale, con un 6% di share probabilmente inferiore ai film anni ’80 per la famiglia alla quindicesima replica che venivano tradizionalmente offerti in quello spazio da Italia 1. Stessi dati deprimenti per Domenica Stadio che segue Direttissima e raccoglie le interviste degli allenatori subito dopo le gare.
Sky, in netta controtendenza, conferma il postulato enunciato sopra. Capitalizza al massimo l’investimento sui diritti tv dei Mondiali di Germania, e dopo aver sfondato quota 4 milioni di abbonati trova confortanti conferme nei dati d’ascolto rilasciati da Audistar, il consorzio per il rilevamento promosso per sopperire alla cronica mancanza dell’Auditel che non si occupa dell’ascolto delle emittenti satellitari.
I match in diretta e le partite della Juventus al sabato sono seguitissime e rastrellano totalmente l’interesse degli italiani che non hanno abbandonato il calcio e che trovandosi lì preferiscono restare al limite sullo Sky Calcio Show di Ilaria D’amico, ma che in generale delle chiacchiere sul pallone, soprattutto quelle “a freddo“, sembrano veramente stanchi.
In questo contesto la prossima asta per i diritti in chiaro della Serie A rischia di andare deserta sullo stile di quelle della snobbatissima Coppa Italia.