Vota Antonio, da fine marzo al lunedì su Raidue
Da fine marzo su Raidue, in concomitanza con le prossime elezioni amministrative, parte Vota Antonio, il reality della politica in cui sei concorrenti presentati dall’irriverente Fabio Canino si sfidano a colpi di grandi idee per l’Italia. Un esperimento surrealmente ambizioso che batte sul tempo il Grande Fratello Politico di Fabrizio Rondolino, per ora rimasto in
Da fine marzo su Raidue, in concomitanza con le prossime elezioni amministrative, parte Vota Antonio, il reality della politica in cui sei concorrenti presentati dall’irriverente Fabio Canino si sfidano a colpi di grandi idee per l’Italia. Un esperimento surrealmente ambizioso che batte sul tempo il Grande Fratello Politico di Fabrizio Rondolino, per ora rimasto in cantiere.
Il nuovo progetto messo in lavorazione da Antonio Marano, sulla carta, sarebbe una sorta di “sur-reality dell’antipolitica, dove persone comuni possono esibirsi con proposte assurde improvvisando finte carriere politiche”.
A spiccare nella giuria è già il nome di Irene Pivetti, in versione vintage con il tailleur e la croce di Vandea di quand’era presidente della Camera, che riesce a passare come se niente fosse dall’altra parte della barricata (dopo la parentesi infelice di Tempi moderni).
Ma scopriamo come nasce Vota Antonio.
Il format originario è Vote for me, la versione politica del concorso Pop Idol per aspiranti cantanti dell’emittente britannica Itv che è riuscita a tenere incollati per mesi al televisore milioni di telespettatori.
L’idea, semplice quanto rischiosa, proviene dall’Inghilterra, dove ha provocato a suo tempo un gran subbuglio… ‘Vote for Me’, infatti, nasce dall’intento di cercare tra il pubblico il candidato ideale a Westminster, il quale però non può godere dell’appoggio di alcun partito politico. Proprio come nella versione canora del programma di reality tv, l’aspirante parlamentare viene scelto dai telespettatori per poi presentarsi agli elettori come candidato indipendente.
A vincere il Grande Fratello della politica, destando grande scalpore, è stato l’estremista Rodney Hylton-Potts, noto per il suo razzismo. Lo show avrebbe dovuto riavvicinare i telespettatori alla politica e invece ha scatenato diverse polemiche proprio per Hylton, decretato vincitore dopo aver superato sotto l’occhio delle telecamere varie prove, alle quali partecipava assieme ad altri politici.
Personaggio controverso, finito in carcere successivamente a una truffa milionaria, quando era avvocato, pur negando l’infamante accusa di xenofobia ha fatto parlare di sè per le sue idee intolleranti.
In questo senso non lasciavano dubbi frasi come “si poteva guidare fino a Henley senza vedere un solo negro per strada”, risalente agli anni Sessanta, nonchè il suo programma politico che tra gli slogan includeva la deportazione di tutti gli immigrati.
Tra i suoi principali accusatori c’era Dominic Carman, altro concorrente dello show, di vedute ben più larghe, figlio di un valente avvocato. Carman sosteneva che i giudici avrebbero dovuto impedire a Potts di accedere in finale, visti i suoi sentimenti discriminatori. Il vincitore ha accusato l’avversario di usare i suoi contatti con i media per diffamarlo e a sua difesa ha dichiarato: “Dopo aver vinto sono andato a festeggiare al ristorante con un mio amico keniano di fede islamica”.
Una cosa è certa: una trasmissione così, anche dalle nostre parti, è difficile che passi inosservata. Che sia la risposta Rai al fenomeno Pupe e Secchioni di Italia1, già farcito da presenze del settore come Sgarbi e la Mussolini?