Amici Vs Grande Fratello: un’analisi comparativa
Il vero avversario del Grande Fratello, quello con cui la sfida è persa in partenza, è Amici. Quest’anno più che mai un confronto comparativo della riuscita dei rispettivi format si rivela impari e totalmente a vantaggio del talent show di Maria De Filippi. Un programma che, seppur immerso nel fango delle polemiche, è alimentato da
Il vero avversario del Grande Fratello, quello con cui la sfida è persa in partenza, è Amici. Quest’anno più che mai un confronto comparativo della riuscita dei rispettivi format si rivela impari e totalmente a vantaggio del talent show di Maria De Filippi. Un programma che, seppur immerso nel fango delle polemiche, è alimentato da un meccanismo pulsante, coinvolgente e in grado di dividere i telespettatori catalizzandone costantemente l’attenzione.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire le ragioni per cui, dati auditel a parte, un reality obsoleto e snaturato come il Grande Fratello non tira più come un tempo.
Nello stesso mondo della rete gli internauti appassionati di tv paiono sopiti e ormai costretti alla visione della trasmissione per pura abitudine o inerzia senza alcun trasporto affettivo per i singoli concorrenti.
Le nominations e l’eliminazione settimanale sono diventate ordinaria amministrazione e, chiunque esca, ce ne faremo una ragione. Quel che manca, nel nip show più usurato della categoria, è il principio di fidelizzazione con il singolo concorrente, oscurato da un impianto autorale sempre più caotico e dispersivo.
Dall’inizio dell’edizione in corso, nel giro di un mese, abbiamo conosciuto ben venti ragazzi, che si sono alternati sulla scena in un vortice di arrivi e partenze che sa di nevrastenico.
Prima ci si gasa (o si dovrebbe farlo) per questa trovata del Candidato, che avrebbe visto il pubblico da casa, da diversi mesi prima della messa in onda, favorire l’entrata di un aspirante concorrente. Peccato che Salvatore, riuscito a spuntarla su Andrea al televoto, sia fatto fuori senza troppo rumore alla terza puntata.
Poi uno, spinto dalle simpatie iniziali, vorrebbe provare ad affezionarsi a dei caratteri insoliti sperando che vadano avanti fino alla fine. Peccato che Gabriella, la bolognese giunonica che crea dialettica, se ne vada la prima settimana perchè il Grande Fratello ha deciso di mandarla (arbitrariamente) in nomination con Michele.
Ma in fondo, avranno pensato in tanti, Michele si meritava più di lei di stare dentro la casa, perchè ha avuto una vita difficile ed è un ragazzo sensibile… Dunque, è giusto che vendichi l’uscita di Gabriella giocando fino in fondo (da notare che tutte queste espressioni fanno ormai parte del decalogo di frasi fatte da Gf).
E invece no, perchè sempre l’insindacabile giudizio del Grande Fratello, che nel frattempo protegge discaricati e rende immuni i patinati Alessandro e Melita, lo ha messo contro Alfredo, verace invincibile. Dunque, Michele va a fare compagni ai reduci di Buona Domenica, guarda caso ben amalgamati per fare scintille al Ring (ma che servano più fuori dalla casa per fare spettacolo che dentro?). Se qualcuno voleva sapere come sarebbe andata a finire con Diana e Dominic, le straniere più disinibite dele ragazze, ha dovuto rassegnarsi visto che sono state sbattute fuori ancor prima di dare soddisfazioni.
Questo è il Grande Fratello 7, un programma in cui il pubblico è ignaro di tutto e nulla può contro il fato endemoliano, frutto di un copione già scritto che dirige le fila della baracca.
Poi c’è Amici, che a differenza del Gf semina il terreno del proprio successo da settembre, con una versione pomeridiana che prepara pubblico e concorrenti alla visibilità della prima serata.
Se al Grande Fratello abbiamo visto 20 concorrenti in un mese, non riuscendo più a capire chi fosse dentro e chi fuori, nel talent show della De Filippi si sono visti, dall’inizio dell’anno scolastico, appena 21 ragazzi emergenti, di cui 14 sono arrivati al serale e 7 sono stati eliminati nel corso del programma.
Una cifra decisamente significativa, anche rispetto a precedenti edizioni,a dimostrare la volontà di puntare su dei caratteri immediatamente riconoscibili dai telespettatori.
La forza della sesta edizione di Amici sta proprio nell’empatia popolare, che ormai fa di un’Agata o di un Federico dei personaggi amati o odiati dal pubblico, ma comunque mai inosservati.
Il meccanismo della sfida a squadre, introdotto da quest’anno sulla scia delle varianti apportate nell’edizione precedente, ha accentuato il carattere di tifoseria tra il pubblico e di competizione tra i ragazzi, sicuramente svilita da qualche veleno di troppo ma a suo modo divertente. Perfino le risse tra gli insegnanti, condannabili per il loro risvolto diseducativo, hanno destabilizzato il pubblico creando ulteriore materiale di discussione.
Certo, l’apertura e chiusura del televoto resta un rituale nebuloso e in qualche modo legato a scelte strategiche, ma se il meccanismo fosse stato realmente pilotato non avremmo ancora in gara un Max, inviso all’intera commissione, a detrimento di un Manuel benvoluto da tutti.
In conclusione, quel che vediamo tutte le domeniche è un varietà di nuova generazione, dove la professionalità e le esibizioni ad alto livello artistico non bastano più e ci vuole la spettacolarizzazione della parola, come sostenuto dallo stesso scrittore e critico letterario Walter Siti:
“Il reality è qualcosa di più di un genere televisivo, incarna una tendenza dell’estetica contemporanea: troppo inflazionata, la forma impeccabile dei professionisti stenta a emozionarci, ci serve il brivido del vero. Maria De Filippi, maestra di sadismo, che amministra con pause e sguardi sapienti, è al centro di uno spettacolo che ha tutti i numeri del vecchio varietà: a forza di cercare il vero, si ritrovano le macchiette, le attrazioni”.
Se anche Aldo Grasso si unisce al coro degli interessati su Corriere.it, vuol dire che la trasmissione non lascia indifferente neanche un addetto ai lavori del suo calibro:
“E’ una di quelle trasmissioni che suscita molto dibattito, spacca il pubblico. Dietro queste critiche c’è una sottile analisi, l’idea di cogliere questo programma come uno dei pochi educativi della televisione italiana. Amici, che nasce dalle ceneri di Fame e tutti quei programmi di performing arts i cui giovani vengono immessi nel circuito mediatico, dunque una vera accademia, è una strana scuola con una sua pedagogia senza pedagogia. Perchè non si può chiedere a Maria De Filippi se ha una sua pedagogia, che per lei è l’audience. Non si può chiedere a professori improvvisati, ex ballerini, cantanti in disarmo, di avere una qualche preparazione. Dunque questo amore e odio tra allievi e professori può essere motivato e c’è da imparare qualcosa”.
Amici è la vera vittoria del nuovo periodo di garanzia di Canale5, in quanto a share e risonanza mediatica e, assieme a Cultura Moderna Slurp, l’unico tentativo di sperimentazione di una programmazione insapore. Il Grande Fratello è solo un luna park di giostre arruginite e stanze degli orrori che attirano solo la conduttrice.