Amici e Federico: dovere di rettifica
Sarà perché chi scrive è alle prese con il minuzioso studio delle regole del giornalismo e dei doveri di contratto, ma mi sento in dovere (pur essendo scaduti abbondantemente i due giorni canonici e pur non avendo diffamato nessuno) di rettificare una critica mossa ormai oltre due mesi fa a Federico Angelucci. In un vecchio
Sarà perché chi scrive è alle prese con il minuzioso studio delle regole del giornalismo e dei doveri di contratto, ma mi sento in dovere (pur essendo scaduti abbondantemente i due giorni canonici e pur non avendo diffamato nessuno) di rettificare una critica mossa ormai oltre due mesi fa a Federico Angelucci. In un vecchio post sulla brutta abitudine di ammiccare (e basta) da parte di diversi allievi della scuola di Amici (Raffaele l’anno passato fece scuola), avevo sparato a zero proprio su Federico. Nel tempo le cose non sono certo cambiate, il carismatico cantante della squadra blu non ha certo smesso di comportarsi da navigato animale da palcoscenico pur essendo “solo” un allievo, ma osservando e ascoltando meglio, quello che ne è venuto fuori, oltre all’inevitabile narcisismo, è stata, appunto, una buona dose di carisma.
E non solo sul palco, dove compensa con la presenza scenica una voce che non può essere paragonata per potenza a quella di una Karima, ma anche nelle discussioni: rispetto a certi compagni-rivali, meno dotati sul fronte retorico ma comunque scafati, nelle varie discussioni con il pubblico e con i “colleghi” ha mostrato una buona dose di coerenza e di stile, rispondendo punto per punto alle critiche ma senza scendere nel patetismo o nel volemose bbene. Insomma, forse il vincitore morale di questa edizione di Amici (sorprendente per alcuni, deludente per altri) è proprio lui, l’inventore del trofeo della salsiccia, l’uomo che non si è fatto intervistare da Verissimo per un attacco di pudore, virtù sempre più rara.