Uno due tre stalla, tana per Taricone: farà l’opinionista
Pietro Taricone ha fatto ciò a cui per anni aveva detto di no, meritandosi un giudizio di riguardo da telespettatori e addetti ai lavori: accettare di diventare l’opinionista di un reality. L’attuale nefandezza che lo vede cedere alle lusinghe di Uno due tre stalla! è mascherata dalla mistificatoria dizione di real show attribuita al programma.
Pietro Taricone ha fatto ciò a cui per anni aveva detto di no, meritandosi un giudizio di riguardo da telespettatori e addetti ai lavori: accettare di diventare l’opinionista di un reality. L’attuale nefandezza che lo vede cedere alle lusinghe di Uno due tre stalla! è mascherata dalla mistificatoria dizione di real show attribuita al programma.
Il Taricone più acclamato della generazione realitistica, settimana dopo settimana, giudicherà e valuterà insieme con le tre comari – tre contadine di mezza età tanto esperte quanto loquaci – il lavoro e l’apprendimento delle dodici pupe che, con sei contadini provenienti dalle campagne di ogni parte d’Italia, si disputeranno il premio finale.
Il suo ruolo di esperto (?!?) dovrebbe essere legittimato dal fatto che vive in una fattoria alle porte di Roma e conoscerebbe tutti i segreti per far riappropriare noi italiani dei piaceri della campagna.
Peccato che lo stesso trucco fosse stato usato, senza colpire nel segno, da una maldestra Alba Parietti all’apertura di Wild West, che si giovò dell’effetto guru emanato da Taricone per rivitalizzare un adventure show fallito in partenza.
In quel caso Pietro doveva insegnarci a saper trattare i cavalli e ci poteva pur stare, ora si cala nelle vesti didascaliche del Virgilio delle Georgiche…
Ci mancano solo le letture dantesche al posto di Benigni ed è proprio vero che, al giorno d’oggi, diventiamo tutti tuttologi (soprattutto per soldi).
La delusione del sottoscritto è quella di chi per anni ha apprezzato la sua scelta di non ricascarci.