Tv Zapping: un martedì da leoni… ammansiti
Martedì, serata di novità, di zapping frenetico, di cambi di programma. Il sottoscritto si piazza sul divano del salotto con l’intento di non perdersi il primo sit show della tv, Buona la prima. L’idea è delle più seducenti: lasciare il fil rouge della trama in balia di un deus ex machina esterno, senza copione, all’insegna
Martedì, serata di novità, di zapping frenetico, di cambi di programma.
Il sottoscritto si piazza sul divano del salotto con l’intento di non perdersi il primo sit show della tv, Buona la prima. L’idea è delle più seducenti: lasciare il fil rouge della trama in balia di un deus ex machina esterno, senza copione, all’insegna della pura improvvisazione.
Il rischio era quello che temevo: se improvvisare può servire a compensare una carenza creativa, allora tanto vale provarci . Tra lo sceneggiare coi piedi, rischio di molte produzioni nostrane, e il cazzeggiare amabilmente perchè “fa esperimento”, la soglia è labilissima.
Sostanzialmente la non trama del primo episodio è questa: Ale non riesce a dormire, Franz gli punta un coltello dicendogli di stare tranquillo e per conciliargli il sonno gli canta una canzone di Ruggeri che, da sè, in qualità di istigatore, fa già passare la voglia di ridere.
In compenso, i sogghigni fuori campo, a Buona la prima, sono imperanti, come in tutte le sitcom che si rispettino e che solo per questo rischiano di rasentare l’idiozia.
A un certo punto arriva il figlio del portinaio gridando: ‘Sono il figlio del portinaio’, Ale cade nel patetico umorismo da finto straniero che blatera luoghi comuni, perchè così vuole il suggeritore, e ci manca solo che Franz, per simulare il francese, dica Je suis Caterine Deneuve.
E’ a questo punto che non ce l’ho fatta… la mente è riandata all’auricolare di Grimilde con la Parietti inondata dai suggerimenti demenziali di Flavia Vento. Mi aspettavo che quantomeno si desse forma a un plot e non che Ale infarcisse i momenti morti con qualche caz… di troppo.
Mi sposto su Canale5, che trasmette una fiction rassicurante come nelle migliori tradizioni dei prodotti familiari… Bastano pochi istanti per capire che il titolo è assolutamente fuorviante e Io e Mamma di rassicurante ha solo le immagini usate nei promo.Amanda Sandrelli si concede un’altra chance in tv, nell’eterna attesa di eguagliare almeno un briciolo di carisma della madre, ma il suo fare ansiogeno la rende da subito ostile al telespettatore. In compenso c’è una signora attrice come Stefania Sandrelli che continua ad accettare ruoli strampalati se non ridicoli. Il suo rapporto con la figlia è a dir poco burrascoso, ma lei pare reduce da una crisi di rimbambimento totale e senza più alcun contatto con la realtà. Quel che più colpisce di questo prodotto è la somiglianza imbarazzante con un’altra fiction televisiva, andata in onda su Canale5 nella scorsa stagione: Ricomincio da me. Ovvero la serie in cui comprimari di tutto rispetto come Tognazzi, Gioele Dix e la stessa Sandrelli erano preceduti dalla scritta ‘con la partecipazione di’, per non rubare la scena all’egocentrica Barbara D’Urso.
Anche in quel caso la protagonista finiva in mezzo a una strada per la frode fiscale del marito, con la differenza che lì veniva salvata dalla campagna (ironia della sorte per la conduttrice di Uno due tre stalla?) e qui va a vivere da mammà. Unica qualità stilistica da riconoscere alla serie in questione sta nella regia, estremamente ritmica per una fiction italiana ma al contempo ibrida nella commistione di evasione e dramma. Quando sembra che Io e Mamma stia per evolvere verso la placida dimensione dei rapporti interpersonali, scatta il primo piano truce di Amanda che pare posseduta da Laura Morante (e la colonna sonora che fa tanto commedia del dramma all’italiana). Non si poteva pensare a qualcosa di meglio, visto che i buoni presupposti per una rimpatriata familiare, genero Blas Roca Rey compreso, c’erano tutti?
Passo anche questa volta e mi sposto su Colpo di genio dove la Ventura, per invecchiare il format di altri cent’anni, ha pensato bene di coinvolgere Orietta Berti per la dimostrazione delle invenzioni. E’ così che, tra una mescolata e l’altra della passata di pomodoro, la vediamo esibirsi in Tipitipitipitipi a tempo di cottura.
Per il resto c’è Teocoli che allunga la vita di Funari ironizzando sui vaticini funebri di cui lui steso si vanta. Tutto il resto è aria di flop in agguato (ma quando si decideranno a mettere uno stacchettino di sottofondo musicale per smuovere un po’ il ritmo?).
Ritorno a visionare le prime tv di Italia1 e mi toccano Luca e Paolo, a me indigesti da sempre per quell’aria da profeti del televisivamente corretto. Quantomeno, La strana coppia ha un copione, anche se non deve essere necessariamente bello. Ha una regia figa, per gli effetti di dinamismo e i giochi cromatici di ispirazione americana, ma non si rischia mica di strapparsi i capelli. Ha due amici, Oscar e Felix, di cui uno iper-sconclusionato e l’altro iper-stressato. Se a qualcuno interessa c’è anche un’ex di Amici, Roberta Mengozzi, che è già la seconda sitcom in cui compare ma dopotutto la prima era Radio Sex e se ne saranno accorti in pochi.
Luca e Paolo sono più sottotono del solito (a Camera Cafè brillavano di genialità riflessa) ma già il fatto che il primo abbia delle battute imposte dall’alto e rinunci suo malgrado all’intercalare sboccato da Iena è un traguardo.
Detto questo, perchè se la sitcom deve far ridere per forza non si ride?
Perchè ai format made in Italy manca sempre qualcosa?
Perchè, se proprio vogliamo metterci del nostro, non produciamo un adattamento de La Tata con Cindy di Uomini e Donne come protagonista?