APPUNTI SULLA POST TELEVISIONE (15)- BERLUSCONI TRA L’ALTRO HA INVENTATO UN NUOVO GENERE
Non voglio parlare qui di Gianfranco Funari e della sua Apocalisse. Ma ci tornerò. Voglio solo sottolineare che Funari, per il quale nutro sentimenti contrastanti (ma non giudizi prevenuti), è entrato a far parte del Club degli Esclusi, nel senso che all’inizio del suo show non ha mancato di ricordare il lungo tempo trascorso lontano
Non voglio parlare qui di Gianfranco Funari e della sua Apocalisse. Ma ci tornerò. Voglio solo sottolineare che Funari, per il quale nutro sentimenti contrastanti (ma non giudizi prevenuti), è entrato a far parte del Club degli Esclusi, nel senso che all’inizio del suo show non ha mancato di ricordare il lungo tempo trascorso lontano dagli schermi della Rai. Rammento alcune sue ultime “ospitate” ad esempio in “Chiambretti c’è” e in “Harem”, tuttavia non c’è dubbio che un’esclusione c’è stata. Giusta la riparazione di farlo ricomparire. Ma ci si aspettava di più. Anche per il futuro della post televisione, che sopravviverà o vivrà anche di questa Apocalisse.
Ho letto che all’elenco degli Esclusi rientranti si aggiungerà il nome di Daniele Luttazzi-lo stimo molto- grazie all’invito a “RT” di Enzo Biagi, l’Escluso tra gli Esclusi. Però quello di Luttazzi sarà- pare- all’insegna di una botta e via. Vedremo…
Naturalmente, tra gli Esclusi rientrati il primo di tutti è stato Michele Santoro con il suo “Annozero”.
Un’apoteosi di ritorni e di abbracci e riabbracci.
Ho letto che l’ex premier Berlusconi– di cui non si può mettere in discussione il talento d’inventore di tv, di programmi e magari di veline- ha riconosciuto di avere calcato la mano quando, dalla Bulgaria, disse cose talmente precise da costringere dirigenti tv già peraltro proni a far fuori Biagi, Luttazzi, Santoro (ma forse mi sfugge qualche altro nome meno sonante). Si tratta di un autentico pentimento o una marcia indietro in carattere con i nuovi atteggiamenti più morbidi del Cavaliere fatto e strafatto di tv? Ai posteri l’ardua sentenza. O ai pettegoli o ai maliziosi.
Vorrei fare notare che con il suo siluro bulgaro il Cav del Lav mise le basi di un nuovo genere televisivo. Lo abbiamo ormai sotto gli occhi. Anzi, la stagione tv sta terminando proprio sotto l’insegna dei ritorni degli Esclusi. Polemiche postume, nostalgia, appello agli amici spettatori, richiesta di solidarietà, pensosità e ironia sui volti e risvolti dell’ambiente tv sotto il tallone della politica. Pane e companatico per show avvelenati , intensi o melensi, dai risultati altalenanti sul piano della qualità, pistole puntate dell’auditel alle tempie degli Esclusi tra delusioni e qualche boccata di respiro.
L’ingrediente del genere? La rievocazione. Ovvero, il richiamo indiretto del Cav del Lav e il riassunto delle puntate precedenti con esordi che sono sembrati quasi concordati tra gli Esclusi e dai loro autori sul tema malinconico del ritorno, del ricominciare. Non c’è alcuno degli eroi saliti sul monumento della censura non abbia sentito il bisogno di far sentire una certa lamentosa sofferenza per gli anni di esilio. Chi più o chi meno. Lacrime vere o ferme sul ciglio dell’occhio. Non c’è da far dell’ironia. Per un professionista, per un protagonista, per un autore o conduttore essere spinti con urtoni fuori dal piccolo schermo è doloroso. E’ vero che qualche “vittima” l’andirivieni è stato oliato da buone uscite in millioneuro ma il problema non cambia. Le burocrazie finanziarie intervengono a rendere più grave la questione, rammentando che le minacce di censure sono semprev dietro l’angolo: gli oliatori stanno dalla parte dei Creatori degli Esclusi.
Infine. Non ritengo che nessuno di questi positivi e augurabili ritorni degli Esclusi, ciascuno con la propria rivisitazione del Nuovo Genere, possa assomigliare a quello di Enzo Tortora, dopo gli anni atroci in cui visse dal momento delle manette all’alba per colpe che non aveva, con conseguente espulsione dal piccolo schermo. Quando ricomparve Tortora era anche lui preso dalla commozione. Ma il suo atteggiamento era diverso: Tortora si presentava con una calma dolorosa , parlava non tanto sotto l’insegna di una rivincita desiderata quanto di un’amarezza profonda per un paese incapace e crudele, violento nel punire e nel autoassolversi dai suoi errori (in cui cadono volentieri i mass media in caccia di scandali), e tornò a faren buona televisione.
Insomma. Tortora non faceva e non fa parte di Club d’èlite. Era un uomo colpito. Non uno degli Esclusi in cerca di Autore, rischiosamente in bilico su un genere senza neanche saperlo. Strumentalizzati dalla retorica ad uso mediatico.
All’ Apocalisse prossima ventura.
ITALO MOSCATI