Mauro Secci: “Il 40% di Uno Due Tre Stalla è costruito”
In fondo era assolutamente prevedibile. Dal cambio della guardia che ha consentito alla Stalla di restare a galla c’è stato un totale re-casting che ha comportato una studiata redistribuzione dei ruoli. Via i contadini seri e di sani principi, chi per motivi di famiglia chi per eliminazione anzitempo, in primo piano le vallette, preferibilmente una
In fondo era assolutamente prevedibile. Dal cambio della guardia che ha consentito alla Stalla di restare a galla c’è stato un totale re-casting che ha comportato una studiata redistribuzione dei ruoli. Via i contadini seri e di sani principi, chi per motivi di famiglia chi per eliminazione anzitempo, in primo piano le vallette, preferibilmente una contro l’altra e non necessariamente alle prese con insegnamenti agresti.
E’ proprio questo il motivo della recriminazione di un’ex partecipante al programma, Mauro Secci (soprannominato Orfei), che ha seguito a raffica Artemio e Serafino nella lista nera di personaggi scomodi (perchè troppo integerrimi).
Come ci segnala una nostra lettrice, Sabry, il contadino in questione ha rilasciato un’intervista piuttosto polemica a un giornalista de l’Unione Sarda:
Il giornalista domanda a Mauro:
Cosa pensa della sua eliminazione?
«Mi è sembrata pilotata. Le vallette non mi avrebbero votato, ma ero scomodo».
Perché scomodo?
«Perché ad un certo punto il programma è stato indirizzato per favorire le vallette. Alla fine vincerà una di loro».
Come il cambio repentino della gara, nata come un confronto fra contadini?
«Sì, gli ascolti non erano esaltanti e nel giro di poche ore è stato sostituito lo staff. Ci hanno diviso dalle vallette, con bodyguard per 24 ore che impedivano ogni contatto».
Come hai vissuto questo cambiamento?
«Molto male. Ho scelto di partecipare alla trasmissione perché la consideravo una valorizzazione del mondo agricolo. Poi sono arrivate canzoni e musiche per valorizzare le veline».
Cosa c’è allora di costruito in “Uno due tre stalla”?
«Il 60 per cento di quello che viene mostrato in tv è reale, il resto è costruito».
Un esempio
«Il primo giorno noi contadini, come è nostra abitudine, alle sei siamo andati a lavorare nei campi. La produzione ci ha richiamato e ci ha detto di aspettare l’arrivo dei cameraman esterni».
Pensi sia stata costruita anche la polemica sulla tua prova nel domare un cavallo?
«Sì. Forse sottoponendomi a quella prova ho prestato il fianco alla polemica. È difficile riuscire a far capire in televisione quanto sia diverso addestrare un animale docile da uno irruento».
La critica che ti ha dato più fastidio?
«I giudizi dei profani, che non conoscono i cavalli. Come le urla di Pietro Taricone».
Pensavi di meritare la vittoria?
«Sì, sono riuscito a portare la cultura e le tradizioni sarde in tv. Una Sardegna non conosciuta. L’ho fatto anche con il vestito di velluto, indossato con la fierezza delle mie origini».
Chi merita di vincere “Uno due tre stalla”?
«Fra i contadini Muschen e l’avvocato, due persone sensibili. Fra le vallette Iaia e Andrea, uniche ragazze che conoscono il confine fra mondo dello spettacolo e vita reale».
Chi invece, secondo te, vincerà?
«Bastiano o Luca».
D’altronde, da un programma che per risollevarsi si affida alla tartaruga di Luca Dorigo, prima come jolly indenne alle nomination e poi come neo-concorrente in lizza per la vittoria, cos’altro potevamo aspettarci?