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La televisione, l’estate e gli anziani

E’ arrivata l’estate, dunque, almeno per la televisione, da oggi, anche se Cominciamo Bene Estate è iniziato addirittura la settimana scorsa. E con l’estate arrivano i servizi sul caldo, e sugli anziani. Ora, avendo due nonni over ottanta che spesso passano i loro pomeriggi davanti alla televisione, mi è capitato alcuni giorni fa di riflettere

10 Giugno 2007 23:56


E’ arrivata l’estate, dunque, almeno per la televisione, da oggi, anche se Cominciamo Bene Estate è iniziato addirittura la settimana scorsa. E con l’estate arrivano i servizi sul caldo, e sugli anziani.

Ora, avendo due nonni over ottanta che spesso passano i loro pomeriggi davanti alla televisione, mi è capitato alcuni giorni fa di riflettere sulle contraddizioni in termini dei nostri palinsesti, modellati per quella fascia attiva (15-64 che Mediaset sbandiera a destra e a manca), almeno a parole ma poi saccheggiati (sempre meno) avidamente da spettatori di ogni genere, vera e concreta com’è la fuga del pubblico giovane dalle tv generaliste. E mentre riflettevo su queste tematiche, mi è venuto in soccorso un’Amaca di Michele Serra del 22 settembre 2004, che ho scovato nella bella raccolta Tutti i santi giorni. Vista la coincidenza, mi pare doveroso riportarne uno stralcio.

[…] La vera carne da cannone della guerra dell’audience sono i vecchi, e il pubblico televisivo, senza gli over sessanta, sarebbe una sparuta minoranza.

Ci si angoscia tanto per i bambini, con decine di comitati (a volte utili, a volte occhiuti, moralisti e petulanti) che filtrano palinsestri e lanciano allarmi, ma nessuno pensa alla solitudine (anche culturale) di milioni di italiani dai capelli bianchi davanti alla televisione, spesso unica finestra sulla realtà (a differenza dei bambini, che almeno vanno a scuola), unica fonte di informazione e di formazione. In media meno colti, più poveri, più rassegnati, milioni di anziani bevono senza antidoto tutto quello che tracima da quella scatola di compagnia, telegiornali faziosi, talk-show melensi, e tutto lo strapaese mangereccio del mattino, quando davvero gli anziani, davanti alla tivù, più che soli sono i soli. […]

Il brano ha tre anni, ma non pare datato. Rispetto a allora, i miei nonni – come molti altri nonni e anziani del Paese – hanno tre anni di più e magari un po’ meno voglia di fermarsi a pensare e a mettere filtri davanti a quello che dice loro la televisione. Ne rappresentano comunque lo zoccolo duro: fortunatamente, loro sono disincantati e hanno avuto una vita di libri a proteggerli dalle false verità catodiche.
Ma gli altri?
Varrebbe la pena di parlarne a lungo, di questi benedetti esclusi dalla fascia 15-64. Ma penso di aver fatto abbastanza, per il primo giorno d’estate televisiva.