TvBlogger per l’estate 2007 /2
Seconda puntata con i post inviati dai lettori nell’ambito della nostra iniziativa TvBlogger per l’Estate 2007. Questa volta l’autore è Dierre che colma, anche se in ritardo (e non per colpa sua), una nostra mancanza parlando di un programma tv che colpevolmente non vi avevamo segnalato.Ma come? Non conosci Ciprí e Maresco? di DierreLeggendo qui
Seconda puntata con i post inviati dai lettori nell’ambito della nostra iniziativa TvBlogger per l’Estate 2007.
Questa volta l’autore è Dierre che colma, anche se in ritardo (e non per colpa sua), una nostra mancanza parlando di un programma tv che colpevolmente non vi avevamo segnalato.
Ma come? Non conosci Ciprí e Maresco?
di Dierre
Leggendo qui in effetti vien da dire che questa è una delle classiche domande che ti farebbe un intellettuale di sinistra parlando di cinema o tv inerenti la Sicilia.
Io non sono un intellettuale di sinistra…in realtà non sono neanche intellettuale, ma molti mi danno del comunista, quindi per via indiretta posso affermare di sapere chi sono Ciprì e Maresco e cosa hanno fatto, nei miei limiti ovviamente.
Quando si parla di opere che trattano della Sicilia il primo pensiero va sicuramente a qualche film o fiction sulla mafia, come Borsellino con Tirabassi, oppure Palermo – Milano: Solo andata con Raoul Bova.
In realtà, questi film, nella loro bellezza e ricchezza di significati, contribuiscono, anche se in maniera limitata, a saldare quei pregiudizi che si hanno nei confronti della patria del Gattopardo.
Ed è proprio qui che entrano in gioco Ciprì e Maresco fornendo, attraverso la finestra offerta da La7, una loro personale opinione sulla Sicilia, una Sicilia che ormai ha perso la capacità di indignarsi e riesce soltanto ad esprimersi attraverso la retorica dell’antimafia.
Ai confini della pietà sarà composto da 7 puntate che andranno in onda ogni giovedì alle 00.30 su La7 (ndr sono già andate in onda le prime tre puntate) ed è il seguito de I migliori nani della nostra vita andato in onda l’anno scorso il sabato sera sempre su La7 (se vi state chiedendo come faccio a saperlo la risposta è: sì, negli ultimi due anni ho avuto poca vita sociale).
Descrivere Ai confini della pietà non è molto facile se non si hanno in mente opere precedenti dei due autori palermitani, però possiamo dire che questo programma ti permette di riflettere, provocandoti delle grasse risate, su cosa è diventata la Sicilia in questi anni e su che effetto ha avuto la mafia sulla vita della gente.
Le prime due puntate offrono un esempio lampante di quanto detto narrando la vicenda di Giorgio Castellani, all’anagrafe Giuseppe Greco, la cui unica colpa è quella di essere il figlio di Michele Greco, detto “Il Papa”, che, usando sempre lo stesso tono, nell’aula bunker dell’Ucciardone augurò prima pace – eterna – ai giudici e poi dichiarò che era tutta colpa dei film violenti. Questo pregiudizio gli permetterà di girare solo due film nonché di avere un’attenzione particolare da parte dei magistrati del maxiprocesso che non portò a nulla di fatto in ambito giudiziario.
Tutto ciò è raccontato usando una pellicola in bianco e nero ed attori presi dalle strade di Palermo che non hanno nulla da invidiare ad un qualsiasi Al Pacino preso a caso, se non qualche oscar, ma nessuno è perfetto.
Per darvi un’idea qui di seguito potrete vedere una scena presa dal programma dello scorso anno: I migliori nani della nostra vita.