Speeding – No one thinks big of you
A pensare a quanto moralismo ci sia in certi settori dell’Italia catodica, vien da sorridere. A confrontarli con la libertà d’espressione che si trova altrove, be’, il sorriso si tramuta in un vero e proprio ghigno. I colleghi di Autoblog segnalano una curiosa campagna pubblicitaria “sociale” avviata in Australia. L’assunto dello spot – e della
A pensare a quanto moralismo ci sia in certi settori dell’Italia catodica, vien da sorridere. A confrontarli con la libertà d’espressione che si trova altrove, be’, il sorriso si tramuta in un vero e proprio ghigno. I colleghi di Autoblog segnalano una curiosa campagna pubblicitaria “sociale” avviata in Australia.
L’assunto dello spot – e della campagna tutta – è che le immagini-shock di incidenti d’auto e morti a causa degli stessi non ha inciso sul fenomeno né è servito a dissuadere gli automobilisti dal guidare a velocità elevate. Lo rileva la Roads and Traffic Authority (RTA), che ha evidentemente pensato: allora, magari, colpirli nell’intimo: potrebbe servire.
Il risultato di questo buon esempio di pensiero laterale applicato all’advertising e al sociale è una campagna costata 1,9 milioni di dollari che andrà in onda in televisione e verrà distribuita nei cinema.
E che prende abbondantemente per i fondelli tutti coloro che hanno fatto della velocità un must, uno status symbol, una ragione di vita. Lo slogan, Speeding – No one thinks big of you. (Guidare veloce – Nessuno pensa che tu sia grande), più che nell’intimo colpisce direttamente nella (presunta) virilità di costoro, come sottolinea anche l’immagine in alto.
Vediamo insieme lo spot e immaginiamoci – io ci riesco come se fossero qui, tutte davanti a me – le reazioni di politici, perbenisti e compagnia cantante qualora una campagna del genere dovesse – beneauguratamente – approdare nell’Italia catodica. A seguire, potrete vedere anche il video della precedente campagna RTA, che invitava a indossare le cinture, e un altro spot, d’annata, datato 1990.