Fabrizio Corona, artista di Lele Mora
Ci si lamenta, qui, se si parla di Paris Hilton, che è un fenomeno di costume tutto sommato innocuo, nella sua ingombranza. Un fenomeno di cui si potrebbe sorridere con leggerezza. Ci sarebbe ben altro di cui preoccuparsi. Di certe dichiarazioni, per esempio, rilasciate a margine di una vallettopoli che agisce come una fenice per
Ci si lamenta, qui, se si parla di Paris Hilton, che è un fenomeno di costume tutto sommato innocuo, nella sua ingombranza. Un fenomeno di cui si potrebbe sorridere con leggerezza. Ci sarebbe ben altro di cui preoccuparsi.
Di certe dichiarazioni, per esempio, rilasciate a margine di una vallettopoli che agisce come una fenice per i suoi protagonisti negativi.
La verità è che io sono il prodotto di questa Italia. L’Italia vuole questo. Se la gente, i vip presunti o veri, non avessero qualcosa da nascondere, il mio lavoro non avrebbe senso. Non tocca a me decidere ciò che è etico e ciò che non lo è. Alla fine credo di essere un povero bullo colpevole solo di fare un mestiere del c…
Sono parole di Fabrizio Corona, che riporta il Corriere della Sera.
Dopo essere stato in carcere, Corona è richiestissimo: da Radio 105 a Matrix, poi scriverà un libro, La mia prigione – il dio della letteratura perdoni l’editore e gli acquirenti, almeno per il titolo -, farà un film, farà un disco, lancerà una campagna di sfruttamento del suo marchio, Corona’s, che gli frutterà almeno un milione di euro all’anno.
E io, personalmente esulto. Sì, perché ogni volta che vedrò qualcuno indossare quel marchio, saprò che appartiene a quell’Italia che non piace a me, e potrò liquidare la questione senza timore di essermi lasciato andare a pregiudizi o prime impressioni fallaci.
Ma il corto circuito delizioso è che Fabrizio Corona ora è un artista di Lele Mora. E quindi ce lo si ritroverà anche in discoteca, cachet: 12mila euro a sera. Una percentuale dei quali andrà ad arricchire le tasche dell’agente più noto d’Italia.
Senza bisogno di contratti, sia chiaro: i due sono amici, sono gentiluomini, non hanno bisogno di firmare nulla. Sulla fiducia, Mora ha prestato una Porche, al suo Fabrizio. E lui, che non può guidarla, ha messo al volante il suo assistente: uno che quand’era in carcere gli scriveva. Per complimentarsi.
Il che significa una cosa sola: Corona, quando afferma di essere il prodotto di questa Italia, ha perfettamente ragione.
Il dispiacere più profondo del sottoscritto è che la televisione, non osando, come non osano altri, ad alzar gli scudi contro questa ammissione di bullismo, questa esaltazione sorniona della furberia a ogni costo, contribuirà a dargli ragione ancora di più.