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P come Phonak

Mi piace inaugurare, partendo dalla lettera P, un Alfabeto della televisione, rubrica saltuaria che riguarderà alcuni particolari tecnici, alcuni termini caldi della televisione, una sorta di glossario da consultare liberamente o da leggere di volta in volta, sperando di regalare ai lettori qualche piccolo particolare da addetti ai lavori o anche solo un dizionario sui

6 Luglio 2007 21:46

phonak

Mi piace inaugurare, partendo dalla lettera P, un Alfabeto della televisione, rubrica saltuaria che riguarderà alcuni particolari tecnici, alcuni termini caldi della televisione, una sorta di glossario da consultare liberamente o da leggere di volta in volta, sperando di regalare ai lettori qualche piccolo particolare da addetti ai lavori o anche solo un dizionario sui generis.
P cone Phonak, dunque, per cominciare.

La prima conduttrice dichiaratamente “telecomandata”, a meno di madornali dimenticanze, è la giovanissima Ambra Angiolini, che riceveva istruzioni dal pigmalione Boncompagni, ma non ci è dato sapere se sia stata davvero la prima. Sicuramente no, se consideriamo anche il mercato estero. Ma in fondo, che importa?

Da allora, se ne sono fatti di passi da gigante nella tecnologia.
Quello che vedete nell’immagine è il cosiddetto phonak, oggetto che ha assunto il nome della ditta produttrice, raro caso di nome proprio sostantivato. Trattasi di un ricevitore che si inserisce direttamente nell’orecchio e che permette di ascoltare suggerimenti e istruzioni generalmente impartite dalla regia, dove un autore fa il suo bravo lavoro, ascolta ciò che avviene in studio e letteralmente guida la conversazione, lo scambio di battute.
Il phonak è così piccolo da risultare pressoché invisibile. Ma attenzione: molto spesso ci si accorge se il conduttore in questione lo sta utilizzando oppure no. Per esempio, a Non è la rai tutte le ragazze che conducevano un gioco avevano un auricolare. Ma la più brava a usarlo era proprio Ambra.
Perché?

Phonak Dichiara, l’ex giovanissima, nel corso di una vecchia intervista:

Tutte le ragazze che conducevano un gioco, da Miriana a Roberta Modigliani, avevano l’auricolare, e ne erano disturbate. Io per niente. Ascoltavo quello che mi diceva Gianni, mi ci divertivo e in un certo senso lo interpretavo.

Ci vuole una certa capacità, in fondo: stare davanti a una telecamera, dare l’impressione di essere spontanei mentre si ascolta un’indicazione, far finta di non ricevere input esterni e continuare a condurre, imperterriti. Non è mica semplice, e in fondo si tratta pur sempre di una tecnologia wireless: può anche funzionar male, e comunque è necessario saper fare molte cose insieme.
Le malelingue dicono, per esempio, che Amadeus sia (e sia stato sempre) completamente tele-guidato, ma non ci sono prove effettive di questa totale dipendenza del conduttore dall’auricolare.

In una diretta, comunque, il phonak può essere molto utile, se non si va a copione (contrariamente a quanto si crede, spesso molte trasmissioni hanno un copione completamente scritto).

Manco a dirlo, Phonak è una compagnia Svizzera, specializzata in radiocomunicazioni e sistemi per amplificazione uditiva.

batterie Per avere un’idea dei costi di questa tecnologia, ecco qualche dato: la capsula ricevente, munita nell’estremità di un igienico tappino anti-cerume, costa circa 400 euro. Le batterie sono ovviamente formato mignon, costano circa un euro al pezzo (5 euro il pacchetto da cinque). Infine, ci vuole il trasmettitore. La base da studio costa circa 800 euro e il microfono per parlare, be’, dipende dal tipo di microfono che si sceglie. Si va dai 75 ai 150 euro, più o meno. Alternativamente all’accoppiata base trasmettitore – microfono, si può utilizzare un walkie talkie che trasmetta sulle medesime frequenze. Il che porta a un risparmio di 600 euro, spicciolo più spicciolo meno.

L’uso del phonak non è esattamente economico, dunque, ma è sempre più diffuso, soprattutto – paradossalmente – in quei programmi low budget dove non c’è tempo per la pre-produzione delle singole puntate e i conduttori hanno bisogno di essere guidati.