Il Golden Gala “ravvivato” da una quasi tragedia
Seppure la notizia risalga a venerdì scorso, vale la pena citare quanto accaduto al Golden Gala di Roma, una delle più importanti – forse la più importante in assoluto – manifestazione di atletica a livello nazionale. Come tutti ormai saprete, durante la serata è accaduto un fatto che poteva avere conseguenze davvero tragiche: uno dei
Seppure la notizia risalga a venerdì scorso, vale la pena citare quanto accaduto al Golden Gala di Roma, una delle più importanti – forse la più importante in assoluto – manifestazione di atletica a livello nazionale.
Come tutti ormai saprete, durante la serata è accaduto un fatto che poteva avere conseguenze davvero tragiche: uno dei più grandi lanciatori di giavellotto del mondo, con una mira alla Stevie Wonder ha infilzato un saltatore francese che stava tranquillamente facendo riscaldamento a bordo campo. Io ero davanti alla tv ed inutile dire che nella confusione generale si stava pensando al peggio. Fortunatamente per il saltatore, nessun organo è stato lesionato e con qualche punto di sutura tutto si è risolto (anche se pare che l’atleta sia tornato in ospedale per nuovi accertamenti).
Visto l’epilogo non così negativo della vicenda – poteva andare molto peggio -, possiamo fare una considerazione che altrimenti sarebbe stata di pessimo gusto: per fortuna è accaduto questo incidente. Sì, perché fino ad allora gli appassionati di sport avevano visto ben poco. Una regia che sembrava si fosse fatta qualche bicchiere di troppo non faceva che tagliare le immagini delle gare per proporre gradinate o allenamenti di sconosciuti, lasciando che solo la voce dei commentatori ci aggiornasse su ciò che stava effettivamente accadendo. Un esempio? I salti del nostro grandissimo Andrew Howe sono stati mandati in replica e non in diretta, questo perché ci è stata riproposta circa 25 volte e da ogni angolazione possibile la gara dei 110 ostacoli femminili (dove ovviamente non aveva vinto un’italiana) e poi qualche “bella” panoramica delle gradinate.
A questo aggiungete audio e video fuori sincrono. Le interviste di Elisabetta Caporale agli atleti sembravano giungere a noi via satellite dalla Groenlandia, non di certo da “dietro l’angolo” com’era in realtà.
Dopo l’incidente, se audio e video non si sono sistemati, almeno la regia si è svegliata ed ha dato maggior spazio alle gare e meno alla “fuffa”. Certo è che se già in Italia di sport ne viene proposto poco (calcio e motori a parte), almeno quel poco potrebbero offrircelo in maniera un po’ più decente…