L’Italia piena di aspiranti veline? Ha ragione il Financial Times
Non c’è un tg oggi che non abbia parlato dell’inserto del Financial Times dedicato all’Italia, a quell’Italia piena di donne nude, aspiranti veline o, in alternativa, di casalinghe disperate e disinteressate ad una carriera professionale. La maggiore aspirazione delle giovani italiane è apparire e, perché no, “spogliarsi” in tv: questo è in breve, secondo l’autore
Non c’è un tg oggi che non abbia parlato dell’inserto del Financial Times dedicato all’Italia, a quell’Italia piena di donne nude, aspiranti veline o, in alternativa, di casalinghe disperate e disinteressate ad una carriera professionale.
La maggiore aspirazione delle giovani italiane è apparire e, perché no, “spogliarsi” in tv: questo è in breve, secondo l’autore dell’articolo (un giornalista che da tre anni vive a Milano), il ritratto che programmi e spot televisivi danno del nostro Paese. E tra l’accusa di aver dimenticato le battaglie del femminismo e quella di utilizzare le donne come oggetto sessuale, non è mancato un riferimento anche ad Ilaria D’Amico, giornalista sportiva che “ne sa”, ma che non perde occasione per mostrarsi in abiti succinti tra maschi in giacca e cravatta. Ad accompagnare lo speciale del quotidiano, la foto di Elisabetta Canalis dell’ultima pubblicità Tim.
Quasi tutti i tg, nei servizi dedicati all’argomento, hanno criticato pesantemente l’articolo e più in generale gli inglesi che “predicano bene e razzolano male”, visto che sono i primi a dedicare ampio spazio nei giornali a nudità e gossip. E c’è stato anche chi, scrivendo un articolo a riguardo, ha addirittura citato vecchi episodi accaduti in qualche reality-show d’oltremanica (come la masturbazione al maiale della Fattoria versione inglese) per dire che abbiamo dei “buoni maestri”.
Insomma, si è cercato di mettere le mani avanti e di difendere – sbagliando – l’indifendibile, visto che le immagini dei servizi parlavano da sole: sculettamenti a L’eredità, docce di veline seminude, backstage di calendari e chi più ne ha più ne metta.
E’ forse innegabile che la stragrande maggioranza delle nostre trasmissioni abbia giovani seminude che fanno da contorno? Che si diventi personaggi noti spogliandosi o facendo parlare di sè in modo “piccante”? Che ci sia un eccesso di “tette e culi”? Che ci siano programmi che raggiungono il successo mostrando degli stereotipi estremizzati (vedi Pupa e secchione)?
Ciò che ha scritto il Finalcial Times è una sacrosanta verità e dovremmo prenderne atto senza renderci ridicoli cercando delle giustificazioni o partendo al contrattacco.
La nostra tv sarà così per sempre? Chissà. Dicono che il primo passo per risolvere un “problema” sia ammettere di averlo…la strada è ancora molto lunga.