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Politica e tv – La UE boccia la Gasparri

A volte, l’Unione Europea si ricorda che esiste l’Italia. Accade perlopiù quando si tratta di sanzioni o richiami ufficiali. E il mondo della televisione non fa eccezioni: si tratta, questa volta, della Legge Gasparri, colpevolmente mai modificata dall’attuale governo – nonostante il Gentiloni Paolo – che, secondo l’UE: introduce restrizioni ingiustificate alla prestazione di servizi

19 Luglio 2007 10:40

Paolo Gentiloni A volte, l’Unione Europea si ricorda che esiste l’Italia. Accade perlopiù quando si tratta di sanzioni o richiami ufficiali. E il mondo della televisione non fa eccezioni: si tratta, questa volta, della Legge Gasparri, colpevolmente mai modificata dall’attuale governo – nonostante il Gentiloni Paolo – che, secondo l’UE:

introduce restrizioni ingiustificate alla prestazione di servizi di radiotelediffusione e attribuisce vantaggi ingiustificati agli operatori analogici esistenti.

Ma non basta, la commissione

è giunta alla conclusione che la normativa italiana in vigore potrebbe precludere agli operatori che non svolgono attività di trasmissione analogica la sperimentazione di trasmissioni digitali e la creazione di proprie reti digitali

Come a dire che in Italia, in tv, c’è un duopolio (ma va?) e che la politica non fa che favorire questo duopolio (ma va?). Il tutto sarebbe da modificare nel giro di due mesi due.

E ora il Gentiloni Paolo plaude attacca e dice che bisogna fare, cambiare, lavorare, modificare, e chiede alla Camera di accelerare l’iter del suo ddl.
Ora, qui, noi, il Gentiloni Paolo l’abbiamo sempre sostenuto, nelle sue iniziative – anche se, per dirne una, nonostante le voci iniziali, non c’è più traccia di creative commons nelle linee guida della nuova RAI -, ma è giunto il momento di dire che, non solo per sua colpa, la politica non è in grado, in Italia – probabilmente a causa di un’anomalia decennale -, di gestire le questioni che riguardano la televisione.

Da qui tutte le anomalie di un sistema sempre più chiuso, sempre più autoreferenziale.
Adesso, carichiamo gli orologi e osserviamo attentamente cosa accadrà nei prossimi due mesi.