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Lo Zelig di sempre (ma che mira più in alto)

Meglio non cambiare, no? Il nuovo slogan di Canale5 vale anche per Zelig, in scena dal 24 settembre, mentre su Canale5 debutterà venerdì 28. Salvo cambi di sede, rimarrà quello di sempre recuperando lo spirito originario (dopo un doveroso anno sabbatico dettato dal rischio di usura). Niente più Circus: via dal tendone di Sesto San

20 Luglio 2007 13:35

zelig 28 settembre

Meglio non cambiare, no? Il nuovo slogan di Canale5 vale anche per Zelig, in scena dal 24 settembre, mentre su Canale5 debutterà venerdì 28.
Salvo cambi di sede, rimarrà quello di sempre recuperando lo spirito originario (dopo un doveroso anno sabbatico dettato dal rischio di usura). Niente più Circus: via dal tendone di Sesto San Giovanni verso una location assai più prestigiosa, il Teatro degli Arcimboldi di Milano. Ne motivano la scelta, non senza un pizzico di calzante ironia, gli autori Gino Vignali, Michele Mozzati e Giancarlo Bozzo, ideatori di un programma di culto (nonché da boom di ascolti), che Italia1 ha ceduto a Canale5 assieme ad Amici come nuovo marchio identitario dell’ammiraglia:

“Certo, l’ideale sarebbe stata la Scala, ma non abbiamo osato tanto. Avere l’Arcimboldi è una medaglietta che ci appuntiamo sul petto. Lo viviamo come un esperimento, ma anche come una sfida, perché comporterà qualche problema, da settembre a dicembre la programmazione del teatro non si fermerà e noi dovremo smontare le scene la domenica notte, registrare il lunedì e il martedì e poi smontare tutto alla fine. Ma quale migliore occasione per fare arrivare qualcosa come 50mila persone? Noi andiamo a profanare un teatro dove si fa l’opera, la danza, siamo un po’ come il Nobel assegnato a un giullare”.

A tal proposito, si è in attesa di una risposta da Roberto Bolle, noto ballerino di danza classica che avrebbe il ruolo di fantasma del palcoscenico, nella speranza di fargli tirar fuori un’insospettabile verve comica.
Dunque, Zelig tenterà di coniugare l’arte popolare del cabaret con la magia del sipario d’elite. E per far questo non poteva non rimpinguare il cast di veterani con altri artisti superpopolari che non fanno parte del carrozzone originario, come Enrico Brignano, Gioele Dix e Giobbe Covatta. Poi ci sono le conferme dei senatori che hanno animato diverse edizioni – quelli per cui non sai mai se riusciranno a liberarsi dall’etichetta – come Leonardo Manera, Raul Cremona, Pino Campagna, Paolo Cevoli, Antonio Cornacchione, orfano del tormentone ‘povero Silvio’.
E, a sorpresa ma neanche troppo, torna all’ovile la figliuol prodiga dal carattere impossibile, a cui tutti chiedevano per strada solo di Zelig mentre provava a costruirsi una carriera indipendente. Ci riferiamo ad Anna Maria Barbera, che dopo il flop colossale del suo film da protagonista e un disperato tour de force tra commedie all’italiana e conduzioni tormentate non è mai decollata. La ritroveremo alle prese con un nuovo personaggio, una poetessa napoletana che dedica liriche ai vip, da Monica Bellucci a Briatore (ma siamo sicuri che la vecchia Sconsolata stia solo a guardare?).
Poi, altra rivelazione piuttosto gradita, la conferma a Zelig di Ale e Franz che, nonostante il grande successo ottenuto con Buona la Prima, non rinunciano alla trasmissione che ne ha consacrato il successo (sono in forse, invece, Ficarra e Picone).
Insomma, il comic show che vede Riccardo Recchia alla regia, Giuseppe Ioppolo nelle vesti di produttore per Mediaset e Roberto Bosatra come referente di Bananas, non può fallire e ha una missione ben precisa:

“Il nostro pubblico va dagli 8 agli 80 anni, ma i bambini sono il segreto della popolarità di Zelig. Se a loro piace, costringono i genitori a vederlo. Certo, se il programma fosse solo questo, ci vergogneremmo e cambieremmo mestiere. In realtà quello che più ci interessa è scovare una comicità nuova, originale”.

Qualche parola sulla tradizionale coppia Bisio-Incontrada?

“Senza di loro sarebbe un’altra trasmissione. Finché non ci lasciano, noi non molliamo. Certo, se se ne andassero, Zelig non morirebbe. Ma sarebbe praticamente impossibile sostituirli”.

Va anche detto che un talent scout come Fiorello, da anni alla ricerca di un programma congeniale alla sua padronanza scenica, non sarebbe mica male come alternativa a Bisio (sempre nel caso in cui quest’ultimo decidesse di respirare un po’). E al suo fianco si potrebbe ripuntare sulla Marcuzzi, sua partner ideale ai tempi del Festivalbar, a sua volta condannata ad una carriera sprecata.
D’altronde, nulla in tv dura per sempre e, se abbiamo rimosso la ridarella della Hunziker, non c’è motivo per cui non fare a meno dell’Incontrada. Forse, se si voleva davvero stupire, era proprio dalla conduzione che bisognava ripartire.

[Fonte Repubblica]

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