TvBlogger per l’estate 2007 /22
Per la nostra rubrica TvBlogger per l’Estate vi propongo un pezzo molto interessante e molto ben scritto sul rapporto di morbosa attrazione fra mostruosità e televisione. Continuate ad inviare i vostri post, vi assicuriamo che ognuno avrà l’attenzione che merita 😉I Nuovi Mostri in Tv di Maurizio BiancoTrovare mostri in televisione è facile quanto scovare
Per la nostra rubrica TvBlogger per l’Estate vi propongo un pezzo molto interessante e molto ben scritto sul rapporto di morbosa attrazione fra mostruosità e televisione. Continuate ad inviare i vostri post, vi assicuriamo che ognuno avrà l’attenzione che merita 😉
I Nuovi Mostri in Tv
di Maurizio Bianco
Trovare mostri in televisione è facile quanto scovare turisti in agosto sulla riviera adriatica. Lo sono tutti, spesso anche quelli che si trovano lì per lavoro. Forse la televisione è l’humus più favorevole alla coltura di mostri e del mostruoso. Genera mostri e se ne nutre. Li inventa, li alleva, li coccola, li fa unire e moltiplicare. Li compone, scompone, ricompone. Non esisterebbero tanti mostri se non esistesse la tv.
Inutile fare altri esempi. Chiunque abbia letto queste righe ne ha già immaginati più di quanti non si possa riuscire a citarne.
La situazione di casa nostra non è così estrema come quella americana (come nel Jerry Springer Show), ma c’è poco da stare allegri. L’unica possibilità di teorizzare su mostri e i nuovi mostri in tv è quella di tentarne una parziale classificazione. Con la scommessa di non fare neanche un esempio: al vissuto di chi legge la soddisfazione di restituire il mostruoso volto agli esponenti di ciascuna categoria.
I mostri del trash. Troneggiano nei cosiddetti contenitori pomeridiani. Si cibano di gossip e amori da copertina. Farebbero carte false per finire in uno scandalo come si deve.
I mostri dei reality. Vivono in cattività, per definizione. I più resistenti vincono. Sono la punta dell’iceberg di migliaia di aspiranti tali (vedi oltre).
I mostri dei talk. Un tempo venivano detti talking heads, teste parlanti. Poi sono andati dal chirurgo plastico. Ora si chiamano opinionisti. Abusano della pazienza del pubblico e vivono di gettoni di presenza.
I mostri sacri. Danno dignità a tutti gli altri. Un onore e un onere. Ma per fortuna esistono anche loro. Solo che bisogna saperli cercare.
I mostri per colpa del lifting. Oggi sono anche fra gli insospettabili. Su di loro vige l’inversione dell’onere della prova: sono tutti rifatti fino a prova contraria.
I mostri della periferia. Si aggirano in luoghi marginali, digitali, satellitari. Un tempo venivano guardati con la commiserazione delle specie protette. Ora combattono da soli la loro battaglia contro l’estinzione.
I mostri in prima pagina. Un tempo lanciati dalla cronaca nera, oggi passano dalla notorietà alla popolarità grazie agli approfondimenti di seconda serata.
Gli aspiranti mostri. Si specchiano nei loro book, si ammirano da soli nei loro showreel. Partecipano a casting severi, patendo delusioni su delusioni. Ma qualcuno, forse, non sarà mai scelto e si salverà.
La tv racconta sé stessa ogni giorno. La ben nota autoreferenzialità televisiva si esalta nella terra dei mostri. Striscia la notizia ha una rubrica settimanale I nuovi mostri. Ogni settimana la redazione, con l’aiuto delle segnalazioni del pubblico, seleziona una classifica del peggio della tv. Il sito contiene le puntate da dicembre 2004 ad oggi, con centinaia di esempi filmati e documentati.
Da una diversa angolazione filosofico-estetico-editoriale, racconta la stessa televisione Blob, fresco di celebrazioni per i suoi diciotto anni di vita. Il titolo della trasmissione è ormai un marchio di fabbrica, Blob è linguaggio televisivo e al tempo stesso racconto della mostruosità del mezzo. Non a caso il programma si richiama al film horror di Blob – Fluido mortale (1958) diretto da Irvin S. Yeaworth Jr. Con i fotogrammi della pellicola è costruita la sigla del programma, accompagnata dalla frase-manifesto: “è la cosa più orribile che abbia mai visto”.
Tutte le puntate di Blob sono disponibili in Internet nel sito della Rai.
Un mostro è l’emblema del lavoro di Gianluca Nicoletti, geniale e sferzante critico televisivo che, prima su Radio Rai con Golem, ora su Radio 24 con Melog, ogni mattina mette a nudo la tv, ne esalta i sapori, ne eccita i pruriti, ne accompagna le derive. Aiuta l’ascoltatore a sconfinare nei territori nascosti della rete e nelle invitanti pieghe delle vite parallele di Second Life. E talvolta diventa più provocatorio del mezzo che racconta. Come ha fatto recentemente proponendo come nuova promettente critica televisiva Antonella Cappabianca, una ventottenne di Latina, con una particolarità: è cieca dalla nascita. Di lei il quotidiano Libero ha scritto: “il critico migliore della tv non ci vede” .
Per la giovane rivelazione radiofonica guardare una puntata del Grande Fratello è “come fare una strada piena di curve in un giorno di pioggia, con l’umidità che ti si appiccica addosso e le scarpe camminano su una poltiglia di fango: tu immagini che sia solo terriccio e speri che in mezzo non ci sia mischiato anche guano degli uccelli o altre schifezze”.
Chi non ha mai avuto questa sensazione, qualche volta, percorrendo la tv, terra dei mostri?